Anche il Napoli degli scudetti quando andava a giocare al Meazza non riusciva a vincere. San Siro era una trasferta incubo pure quando i partenopei vantavano Maradona tra le loro file. L’unica vittoria con la dieci del Pibe arrivò l’anno prima del ciclo di trionfi targato Dieguito, nel 1986, in una Milano soleggiata, grazie a un 2-1 maturato sotto i colpi di Giordano e Maradona. Poi, nelle stagioni successive, pure negli anni degli scudetti conquistati, il Napoli non riuscì a battere Milan e Inter sul loro campo neanche una volta. A ipotetica attenuante per gli azzurri, il realismo di quelle gare, giocate contro avversarie di altissima caratura tecnica e di notevole personalità tra le mura amiche. Del resto, in quegli anni, vincere in trasferta era affare arduo per chiunque e sul campo di chiunque. Figuriamoci a Milano.

Il Napoli degli ultimi anni, invece, è sembrato aver acquisito anche il metodo per liberarsi di quella che sembrava una specie di maledizione. Non sono mancate, infatti, nelle stagioni più recenti, vittorie storiche conquistate su uno dei campi più difficili d’Europa, sia a danno del Milan che dell’Inter. Recente è la scoppola subita dai rossoneri che, il 4 ottobre 2015, hanno incassato una tra le più sonanti sconfitte registrate a San Siro in tutta la storia del Milan. Un 4-0 per il Napoli che certificò il definitivo distacco con una vecchia rivale che a lungo è sembrata addirittura irraggiungibile.

Negli ultimi due campionati, però, una curiosa costante ha condizionato non poco gli equilibri di classifica di un Napoli che, di fatto, per la Juventus rappresenta l’unico potenziale fastidio alla corsa scudetto. Nelle ultime quattro gare di campionato disputate al Meazza, due col Milan e due con l’Inter, il Napoli non è riuscito a segnare nemmeno un goal. Due volte 0-0 col Milan e un pareggio a reti bianche registrato lo scorso anno coi nerazzurri e una sconfitta subita dall’Inter nella partita giocata nel giorno di Santo Stefano.

Lo scorso anno, finito col Napoli a 4 punti dalla Juventus, il doppio 0-0 milanese potrebbe aver influenzato non poco una classifica che ha visto un lungo testa a testa tra i partenopei e i bianconeri. In entrambe le occasioni, con il Napoli che aveva alla guida Maurizio Sarri, un coincidente trend tattico aveva messo in difficoltà soprattutto l’attacco azzurro, incapace di avere ragione di una fitta rete difensiva messa su sia da Spalletti che da Gattuso. Eppure, con Insigne prima (nella gara con l’Inter) e con Milik dopo (nella gara col Milan), il Napoli aveva avuto le occasioni nei minuti finali per far propria l’intera posta. In entrambi i casi avventatezza e bravura del portiere (come nel caso della parata di Donnarumma sul centravanti polacco) avevano negato i tre punti al Napoli.

Guardando le partite giocate quest’anno a Milano, emergono diversi aspetti tattici, ma episodi analoghi dal punto di vista dell’economia della partita e dei momenti segnati dal cronometro di gara. Nella partita giocata con l’Inter il 26 dicembre del 2018, col Napoli in dieci per l’espulsione di Koulibaly e dopo un copione tattico più equilibrato, Zielinski ha avuto sul piede la palla della vittoria nei minuti di recupero, facendosi però salvare il tiro da Asamoah, appostato sulla linea di porta. Sul capovolgimento di fronte, poi, l’Inter avrebbe segnato il goal vittoria nella più classica delle leggi del calcio: goal mancato, goal subito. Col Milan, nel secondo tempo e nei minuti finali, è stato ancora Zielinski (che all’andata con una doppietta aveva rimontato il risultato a danno dei rossoneri) ad avere più occasioni per sbloccare un risultato che avrebbe portato alla vittoria. Anche in questo frangente, però, al centrocampista polacco non è andata bene. Ecco che, nel verificarsi degli episodi, il Napoli è uscito dalle due trasferte milanesi con 5 punti in meno. Punti che, col senno di poi, sono scivolati via sulla linea di porta con l’Inter e sulla mancanza di freddezza davanti alla porta col Milan. 5 punti che, adesso, invece di vedere un Napoli molto lontano dalla capolista, lo avrebbe visto quasi dimezzare l’attuale svantaggio, tenendolo in piena corsa per il titolo.

Tuttavia, da questi elementi emerge un altro dato significativo. Se fino a qualche tempo fa, pareggiare a Milano era un risultato di tutto rispetto e da portare a casa con soddisfazione, oggi un pari registrato anche sul campo di San Siro può rappresentare elemento di delusione in una ipotetica (molto ipotetica) lotta scudetto per cui in ogni turno di campionato l’unico risultato buono è soltanto la vittoria. Ovunque. Il Napoli, forse, sa bene che a quell’ovunque non può sottrarre vecchi e nuovi tabù.