La brevissima esperienza al Chievo non è stata sufficiente a far dimenticare a Ventura l’Italia e all’Italia Ventura: l’ex ct a Radio Crc torna sulla debacle della qualificazione ai Mondiali, e lo fa in maniera revisionista. Non solo sul triste finale, ma anche sul peccato originale, aver accettato l’incarico: ”Io ho vissuto un’esperienza negativa che è quella della Nazionale. Il rimpianto è quello di non aver capito che non avrei mai dovuto accettare, non c’erano i presupposti per poter portare avanti la mia idea di calcio. Quello che è successo poteva buttare fuoco sul fuoco dell’entusiasmo e ho più voglia di prima. Quando volevo lasciare? Durante tutto il periodo”, confessa l’ex commissario tecnico azzurro.

A più di un anno di distanza continua a far discutere l’esclusione di Insigne a San Siro nel ritorno dei playoff con la Svezia: “Lui non ha mai parlato male di me? E perché dovrebbe? Io e lui siamo in ottimi rapporti”. Poi spiega le ragioni della scelta: “Lui nel Napoli non aveva mai fatto la punta e secondo quello che è il modulo che scegli a volte un giocatore può essere penalizzato. Fare il 4-3-3 con la Svezia? Con il senno di poi, a ripensarci oggi, tutto si poteva fare. Io Insigne l’avrei messo pure in porta pur di vincere quella partita”, scherza Ventura, non senza un filo di amarezza per un marchio che non si cancellerà mai nella storia del calcio italiano, e nella sua da allenatore.