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Lo avevamo già intervistato noi, raccontandoci della sua Fantalega e della sua passione per il fantacalcio. Daniel Ciofani ha parlato anche ai microfoni di Dazn, che trasmetterà in esclusiva la sfida tra Frosinone e Udinese, di questa sua passione, raccontando come sta per termine il suo fantacalcio con i compagni di squadra: "Quanti mi rompono le scatole? Tanti, tanti (ride, ndr). E paradossalmente segno quando nessuno si aspetta niente da me. Quando invece mi iniziano a scrivere: "Guarda che ti ho messo", cerco di far finta di niente. Comunque è una cosa che non si può spiegare: schierarsi, segnare e magari anche vincere una partita al fantacalcio non ha prezzo. Chi sfido ogni domenica? I miei compagni di squadra. In testa al campionato c'è la coppia Sammarco-Dionisi che ha puntato su Cristiano Ronaldo. Io invece ho puntato su Higuain e anche su Ciofani, però purtroppo non era al top (ride, ndr)".

IL FIGLIO OLIVER - "Si chiama Oliver, come Oliver Hutton. Holly e Benji era scuola per chi, come me, è cresciuto senza internet. Ai miei tempi c’era solo Novantesimo Minuto. Tutti hanno provato a replicare la catapulta infernale! (ride ndr). Chi è il mio Tom Becker? Beh, per il ruolo Federico Dionisi. Il mio Tom Becker nella vita invece potrebbe essere mio fratello Matteo (difensore del Pescara ndr)".

IL LEGAME CON IL FROSINONE - "Ho sempre giocato in Serie B e C e ho sudato tanto. Probabilmente non avrei mai giocato in Serie A, se non avessi incontrato Frosinone. Voglio però pensare anche viceversa: spero che con i mie gol abbia contribuito in maniera importante e pesante alla realizzazione di questo sogno".

IL RIGORE CON IL PARMA - "Per calmarmi pensavo a mio figlio e al suo sorriso che è fiducioso verso la vita. Mi sono detto: devo essere fiducioso anche io verso questa opportunità. Nel momento in cui l'arbitro ha dato l'ok per il rigore mi sembrava fossero passati 15 minuti. Il cuore ha iniziato a pompare davvero forte, ma alla fine è andato tutto bene".

L'IDOLO DI SEMPRE - "Van Basten è da sempre il mio idolo, oltreché la mia fonte d’ispirazione. Sogno ancora poterlo di incontrare un giorno. Ringrazio Dio perché per tutta la carriera sono riuscito a indossare il numero nove, che per me non rappresenta tanto il numero del bomber, quanto piuttosto il numero di Marco van Basten".

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