Concentrazione sempre alta e l'obbligo di far punti all'Olimpico per SInisa Mihajlovic, che prepara così la vigilia di Lazio-Bologna in conferenza stampa: "'L’obiettivo principale rimane la salvezza, dopo penseremo ad andare il più avanti possibile. Sono rimaste due partite e dobbiamo provare a ottenere sei punti, in quel modo penso che arriveremo anche decimi”.

Rassicurante il serbo sulle condizioni di Orsolini: “Orsolini sta bene, ha saltato il primo allenamento settimanale ma non ha nessun problema, come evidenziato dagli esami svolti”.

Per lui quello con la Lazio non è mai un incrocio qualsiasi: “Mi fa piacere tornare all’Olimpico per giocare contro la Lazio. Sappiamo di incontrare una squadra forte, che però ha vinto la Coppa Italia ed è già qualificata in Europa League. Siamo consci di incontrare una squadra che avrà la testa libera da preoccupazioni. Noi giocheremo per vincere, anche se sappiamo che non sarà semplice. Loro ci metteranno in difficoltà, ma se noi giocheremo come sappiamo faremo altrettanto”.

Sulla successo in Coppa Italia dei biancocelesti: “La Lazio è una squadra fisica, oltre che tecnica. In Coppa Italia non è stata una partita molto emozionante, ma bella dal punto di vista dell’intensità. Credo che i biancocelesti abbiano vinto con merito”.

Mihajlovic parla anche dello spiacevole episodio di intolleranza a margine della finale dell'Olimpico: “Io ho parlato di ciò che è accaduto perché era stato accusato un tifoso della Lazio, ma così non è stato e mi dispiaceva per la tifoseria. Posso capire fino a un certo punto anche la tensione del poliziotto, considerando la situazione complicata da gestire che c’era in quel momento fuori dallo stadio. Si sono tutti scusati, in primis il capo della Digos che mi ha telefonato. Non voglio denunciare nessuno, se non fosse stato accusato un tifoso della Lazio non avrei neppure parlato dell’accaduto”.

Per MIhajlovic il razzismo c'entra eccome: “E’ sempre un episodio razzismo dire a qualcuno ‘zingaro di m…’, allo stesso modo di insultare una persona di colore, ma nessuno ha mai detto nulla a riguardo. Il problema è che troppo spesso si fa finta di niente. Comunque, non ho mai trovato nessuno che me lo dica in faccia”.

Sul rapporto con i tifosi: “A Genova e a Milano i tifosi mi hanno apprezzato e ne sono felice. Basta perdere due partite e tutti smettono di osannarti, io cerco sempre di essere equilibrato e di trasmettere questo equilibrio ai membri del mio staff e alle persone con cui lavoro. Come diceva Berlusconi, quando vinci sei un bel ragazzo, quando perdi sei una testa di c…”.

Nessuna previsione sul suo futuro: “Prima di tutto parlerò con il Bologna. E’ una questione di rispetto. Poi non so cosa succederà, vedremo cosa la società avrà da dirmi e da lì si procederà, passo per passo, per capire cosa accadrà”.

Sul suo grande passato alla Lazio: “Eriksson è uno dei pochi allenatori apprezzati anche dai giocatori che giocavano poco. Alla Lazio avevamo giocatori forti e di carisma, era un bello spogliatoio. Non era facile gestire gente come me, Couto, Simeone, Stam… succedevano diverse cose, che però rimanevano all’interno. Non andavamo tutti d’accordo, però in campo questo non si notava. Eriksson era l’allenatore migliore per capire e gestire una situazione del genere. Abbiamo vinto ciò che abbiamo vinto non certo per caso, anche se credo che potessimo conquistare anche qualche altro trofeo”.