Qualche anno fa un mio concittadino è salito agli onori della cronaca canticchiando un allegro motivetto con qualche invettiva verso l'umana modernità. "Tutti tuttologi col web, coca dei popoli, oppio dei poveri" e anche in questo finale di stagione calcistico questo verso sembra ancora più profetico. Con il futuro della panchina della Juventus il popolo bianconero di "santi, poeti e navigatori" si è trasformato anche in infallibile presidente di una squadra di calcio.

Innumerevoli le fazioni in cui si divide la fin troppo ampia pletora di tifosi juventini. La netta minoranza è quella che vorrebbe la permanenza di mister Allegri che, dalla sua parte, può vantare una bacheca inarrivabile per tutti gli altri. Poi ci sono i fans di Guardiola, gli amanti di Klopp, i seguaci di Pochettino e chi più ne ha più ne metta, fino ad arrivare ad uno sparuto manipolo di "va bene chiunque tranne Allegri".

Purtroppo tra i consigli, più o meno verosimili, c'è anche qualcuno che si erge a portatore della verità, arrivando perfino a mettere in dubbio le competenze di Andrea Agnelli, augurandosi una sua uscita di scena, lavorativa s'intende, nel futuro prossimo. Questo appare francamente ingeneroso, anche perché resterebbe da capire chi si dovrebbe insediare al suo posto. Un ramo della famiglia Elkann? Una proprietà straniera? Gli autori di quei commenti?

Prendendo per buone le prime due ipotesi e stendendo un ironico velo pietoso sulla terza si potrebbero immaginare diversi scenari possibili:

JOHN ELKANN

Andrea Agnelli, stufo delle continue critiche al suo operato nonostante i moltissimi trionfi, decide di rimettere il suo mandato di Presidente della Juventus al cugino John Elkann. Il primogenito di Margherita Agnelli decide di diventare una sorta di plenipotenziario e dopo aver assunto le cariche di Presidente di Ferrari, FCA e FCA Italy si proclama anche Presidente della Juventus. Gli incarichi a cui far fronte sono numerosi e visto che "errare humanum est" si crea un po' di confusione. Per la stagione 2019/20 viene dunque designato allenatore della Juventus Mattia Binotto, in bianconero arriva anche la giovane promessa Charles Leclerc, mentre Douglas Costa viene testato come secondo pilota al fianco di Vettel, Cristiano Ronaldo sostituisce Rovazzi nel ruolo di testimonial di FCA e De Sciglio, con quel viso da bravo ragazzo, viene assunto come direttore vendite a Roncobilaccio.

LAPO ELKANN

Andrea Agnelli rimette il suo mandato al cugino John, quest'ultimo non avendo interesse a guidare la squadra bianconera affida l'incarico al fratello minore Lapo. L'istrionico rampollo di casa Agnelli decide di fare una pesante operazione di lifting alla Vecchia Signora. Per accordi con Adidas la prima maglia resta quella già potuta vedere nelle passate settimane, mentre per la seconda si torna all'antico con una "camiseta" rosa con stilizzata sopra una cravatta nera e nel centro della cravatta il logo attualmente in essere. La terza invece è il simbolo del legame tra la Juventus e la città di Torino: una maglia totalmente zebrata, ma i colori non sono il consueto bianco e nero, bensi quelli della città di Torino: il giallo ed il blu. Per guidare questa variopinta formazione viene invece scelto Carlo Cracco, già socio in affari di Lapo e ritenuto in grado di trovare la giusta miscela per amalgamare la rosa e farla diventare una prelibatezza anche dal punto di vista tattico.

PROPRIETA' STRANIERA

"Ho sempre amato la Iuva, il mio giocatore preferito è Esnaider, fino alla fine fozza Iuva".

Seriamente, siete sicuri di voler percorrere questa strada?

Dopo aver fin troppo ironizzato su distopici futuri bianconeri cerchiamo ora di tornare seri. In questi nove anni Andrea Agnelli ha dimostrato un amore incondizionato per la Juventus e, soprattutto, grandissime capacità decisionali. Mettere in dubbio e dimenticarsi di tutto questo è quantomeno ingeneroso. Che sia Allegri o meno il prossimo allenatore della Juventus, la fiducia verso Agnelli non merita certamente di venire meno. Il percorso iniziato con il suo avvento è stato inarrestabile, sotto tutti gli aspetti, tutte le scelte fatte hanno (ri)portato i bianconeri sul tetto d'Italia, imponendo un dominio quasi egemonico sul calcio nostrano, ora non resta che salire l'ultimo gradino e raggiungere definitivamente il livello delle grandi potenze europee, ma per questo serve continuità, non certo una rivoluzione societaria.