Paulo Dybala, attaccante della Juventus, ha rilasciato un'interessante intervista in occasione di un evento "Otro": "Non pensavo di avere una carriera come questa, quello che sto vivendo adesso come calciatore. Da piccolo seguivo molto il calcio. lo giocavo perché mi divertivo. Con gli amici volevamo essere Ronaldinho o Ronaldo. Ma non ho mai pensato: 'Oggi do il massimo altrimenti non divento nessuno'. Non ci pensavo, neanche quando arrivarono i primi anni da professionista. Ma il mio esordio non lo scorderò mai. Giocavo per l'Instituto de Cordoba ed era contro l'Huracan. 2-0 per noi. C'erano famiglia e amici, avevano più ansia di me. A 17 anni ero agitato, non è stato facile ma i miei compagni e lo staff mi hanno aiutato molto".

"La firma con la Juve? E' stato un giorno speciale. Ero in vacanza con mio fratello, coi miei amici. Era arrivato il contratto mentre ero in spiaggia. Tornai in hotel, lo firmai e siamo tornati a prendere il sole. Dopo i due gol che ho segnato al Barcellona, i tifosi iniziarono a gridare il mio nome. Dentro di me mi sono detto 'Guarda cos'hai fatto? Ora continua!'. Dovevo trovare la forza di continuare e dare di più ai tifosi per guadagnare il loro affetto. Voglio che vedano i sacrifici che faccio per renderli felici. Cerco di fare del mio meglio, se succede sono felice".

"Nazionale? Mi dissero che potevo essere convocato a settembre dello stesso anno, ne avevo 21 e mi dispiacque non andare. A ottobre ci sarebbe stata una nuova lista di convocati, quella volta non ci prestai molta attenzione ma venni convocato per la prima volta. Mi ritrovai in quello spogliatoio insieme a tutte quelle star".