Dai tempi di Cesare Maldini l'Italia Under 21 è diventata la nazionale più seguita dai tifosi, dopo ovviamente la maggiore. L'idea di vedere ragazzi lottare per un titolo sperando che poi, salendo di livello, possano mantenere le promesse evidentemente ha preso possesso delle menti dei calciofili nostrani. A differenza delle altre Under la U21 ha la forza per andare in prima serata su Rai Uno, muovere tutti i media, alimentare dibattiti. Questo è accaduto soprattutto nell'ultimo decennio quando le rose delle fasi finali dell'Europeo sono state costruite con molti più elementi già noti al grande pubblico rispetto al passato. Ecco perché l'eliminazione dal torneo continentale organizzato in casa ha destato così tanta delusione/rabbia, ecco perché il lavoro di Gigi Di Biagio è stato sottoposto ad analisi per lo più severe e negative.

Nella conferenza stampa post eliminazione - certificata dallo scontato 0-0 tra Francia e Romania - Di Biagio ha ovviamente difeso il suo lavoro. Pur riconoscendo che i risultati non sono stati quelli sperati, l'ormai ex ct ha voluto guardare i suoi sei anni sotto un'altra prospettiva ovvero quella della crescita dei giocatori, molti dei quali proprio attraverso l'Under hanno avuto quelle chance di mettersi in mostra che nel club non erano riusciti ad ottenere. E su questa edizione Di Biagio si è espresso così: "La colpa dell'eliminazione è solo nostra, senza cercare alibi. Il responsabile principale sono io e i ragazzi con me. Però chi dice che non abbiamo gioco e non corriamo è in malafede. Se la Romania avesse vinto mi avreste detto che sarei stato il più bravo di tutti".

Ma quindi questo Europeo è un fallimento o no? Partiamo dai fatti. L'Italia è uscita nella fase a gironi a causa della sconfitta contro la Polonia, ovvero a causa del fatto di non essere riusciti a segnare un gol ad una difesa che poi ne ha presi 5 dalla Spagna. Certo non siamo stati fortunati tra infortunio di Orsolini, palo di Pellegrini e altre sfighe minori. Però il secondo tempo è stato davvero negativo: ci siamo intestarditi in cross senza costrutto, molti dei quali finiti addosso ai difensori, e ancora fatico a comprendere la mossa di Di Biagio di mettere Kean largo a sinistra e Chiesa in mezzo. 
Il discorso sulla formula - certamente rivedibile, tanto che dalla prossima edizione le squadre saranno 16 divise in 4 gironi da 4 - lascia il tempo che trova perché sapevamo già che se non avessimo vinto il girone avremmo dovuto sperare negli altri.
L'obiettivo minimo era la semifinale con annessa qualificazione ai Giochi Olimpici di Tokyo: con questa squadra era un risultato raggiungibile? Era alla nostra portata? Qui gira tutto. Se credete di sì, come me, allora questo Europeo è stato fallimentare, un'occasione ghiottissima non sfruttata. Se nelle due edizioni precedenti l'U21 ha ottenuto risultati tutto sommato in linea con le aspettative - nel 2015 fuori ai gironi con una squadra buona ma non eccezionale, nel 2017 un'Italia talentuosa fu fermata in semifinale da una Spagna molto più forte -, stavolta siamo andati ben al di sotto delle nostre possibilità. 

Il dubbio legato all'inserimento dei 6 provenienti dalla Nazionale maggiore si è dissolto almeno per 4 di loro: Mancini, Barella, Pellegrini e soprattutto Chiesa sono stati tra i migliori. Zaniolo e Kean al contrario non hanno inciso in campo - pur con l'attenuante degli infortuni e degli sballottamenti da un ruolo all'altro operati dal ct - e sono stati troppo discoli fuori dal campo. Sulla crescita tecnica e anche umana di questi ragazzi certamente Di Biagio può dire con orgoglio di aver contribuito non poco nei sei anni da ct; purtroppo per lui, però, siamo già ad un livello di età in cui il risultato conta e pesa più di altri elementi nelle valutazioni e non essere tra le prime 4 in questo contesto e con questa squadra è stato veramente un delitto.