Abbandonati. Orfani di un bomber che viveva per il gol. Uno degli ultimi 9 in via d’estinzione. Uno di quelli che cacciava nell’area di rigore come il leone nella savana. C’è chi ha fatto all-in su di lui a settembre, mantenendo la poker face durante tutta l’asta. C’è chi è semplicemente interista. E c’è chi racchiude entrambi i profili. Loro sono quelli che soffrono un po’ di più. Sono quelli che esultavano due volte ai gol del Cañito. Ora guardano Lautaro, e lo assaporano tra le loro file nella prossima stagione.

Costretti a ripiegare sulle seconde linee, schierando in avanti quegli attaccanti presi con le ultime briciole a disposizioni. Convinti che lì davanti basti un uomo solo a tirare avanti la carretta: Mauro Icardi.

Obbligati a mettere da parte il tridente, chiuderlo in un vecchio baule da riporre nella soffitta buia e polverosa. Ora bisogna infoltire il centrocampo: 3-5-2 “contiano”. Non c’è tempo per piangere. Bisogna far di necessità virtù, anche se ci si sente disorientati.

È come quando tieni stretta la mano a qualcuno e, improvvisamente, perdi la presa. Come quando, da piccolo, ti perdevi in mezzo alla folla al centro commerciale. Guardavi tra le gambe delle persone, ma niente. Non trovavi i tuoi genitori. Ti sentivi perso e solo. Non c’era più chi ti indicava la rotta. Poi, per fortuna, qualcuno tornava a prenderti per mano dirigendoti al sicuro. Questa volta, forse, ciò non accadrà. Icardi ci ha abbandonato. Lo ha fatto con colpevole anticipo. Il 9 febbraio, al Tardini, la sua ultima apparizione. Per l’ultimo +3, invece, bisogna cambiare calendario. Era il 15 dicembre del 2018, e per la nona volta in campionato timbrava il cartellino. Sarà l’ultima esultanza che regalerà ai fantallenatori. Ora ci troviamo in mezzo alla bufera. Tra le raffiche di vento che non accennano a placarsi. Con Wanda Nara che piange in diretta a Tiki Taka, facendosi rimproverare anche da Cassano. Lacrime di coccodrillo, dal sapore di presa in giro per i fantallenatori, per gli interisti, e per quelli che soffrono un po’ di più. Adios Mauro.

Valerio - La mia Lega Fantagazzetta

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