Uno dei tantissimi colpi messi a segno sottotraccia dalla dirigenza viola negli ultimi anni. Scovato in patria, in Uruguay, quando era ancora un ragazzino che giocava per il Nacional. Era il gennaio del 2013 quando cominciò l'esperienza italiana di Matias Vecino. Nuovo rinforzo per il centrocampo della Fiorentina, oggetto misterioso ancora tutto da scoprire. Ma di cui già all'epoca si diceva un gran bene. Primi sei mesi senza alcuna presenza ufficiale, appena sette nell'intera stagione successiva. Inizio piuttosto difficile, come spesso capita a chi arriva dall'estero e, in particolare, dai campionati sudamericani. Quasi come se si convivesse col costante timore di "bruciare" un talento, o di lanciarlo prima del dovuto. Dopo l'annata a Empoli e soprattutto quella più che proficua a Cagliari, ecco il ritorno alla base. Dove tra il 2015 e il 2017 esplode definitivamente, attirando addirittura l'attenzione dell'Inter. Oggi quel "la prende Vecino" è diventato uno slogan rappresentativo del presente nerazzurro. Ma se non ci fosse stato il duro lavoro messo alle spalle, né le buone prestazioni reiterate in maglia gigliata, probabilmente a tutto questo non sarebbe mai arrivato.


Chi invece ha fatto il percorso inverso è Marco Benassi. Nato calcisticamente proprio nelle giovanili nerazzurre, non ha avuto parecchie occasioni per mettersi in mostra e imporsi definitivamente con l'obiettivo di diventare un pilastro dell'Inter futura. Parliamo del 2012, appena sette anni fa, davvero poco prima che il diretto interessato cominciasse a fare il bomber pur facendo di mestiere il centrocampista. Il riferimento, ovviamente, è alla parentesi triennale al Torino: undici centri totali in campionato. Un vizietto che fa bene ai fantallenatori e che ha del tutto confermato anche alla Fiorentina: 5 reti l'anno scorso, addirittura 7 adesso che siamo da poco entrati nel girone di ritorno. Una forte tendenza al +3 di cui l'Inter dovrà tenere conto con grande attenzione domenica sera. Da ex prolifico l'appetibilità al Fantacalcio aumenta ancora di più...

Vecino esulta dopo un gol al Pescara
(Getty)

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Benassi in azione con la maglia dell'Inter
(Getty)

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Tra i pali troviamo Luigi Sepe: in prestito dal Napoli al Parma, operazione concretizzata proprio a luglio della scorsa estate.


Difesa a quattro composta da Nicola Murru (sei stagioni al Cagliari, 98 presenze totali tra Serie A e B), Ervin Zukanovic (portato in Italia dal Chievo nel 2014), Matias Silvestre (meteora rossonera nell'annata 2013/2014) e Cristiano Biraghi (come Benassi, cresciuto nelle giovanili dell'Inter).

Centrocampo a quattro completato da Daniele Baselli (due buonissimi campionati all'Atalanta) e Jasmin Kurtic (18 apparizioni col Sassuolo).

Tandem d'attacco formato da Roberto Inglese (di proprietà del Napoli, ancora nessuna partita ufficiale giocata coi partenopei) e Simone Zaza (prodotto del vivaio dell'Atalanta).

C'è la dura legge del gol, ma anche la dura legge dell'ex. Ed, ovviamente, anche quella che più ci interessa: ovvero la dura legge del gol dell'ex.

Quanti di voi, nello schierare la fantaformazione, almeno una volta - se non spesso - vi siete ritrovati a dover scegliere tra due calciatori praticamente equivalenti a livello fantacalcistico, ed avete pensato "Si, però Tizio è un ex. E magari...".

Già. Perché da che mondo è mondo, anche se non verificata a livello statistico, esiste una legge non scritta che dice che l'ex punisce sempre. Vero? Falso? Solo il futuro può dirlo. Quel che è certo è che, vista anche la frenesia del calciomercato italiano, di settimana in settimana in Serie A decine di ex incontrano le loro vecchie squadre, e col dente più o meno avvelenato. Ecco perché, ad ogni turno di campionato, e solo qui su Fantagazzetta, convinti di farvi cosa gradita, proveremo a proporvi addirittura un undici di ex "consigliabile" in sede fantacalcistica.