Dopo la bufera per le dichiarazioni sessiste di Fulvio Collovati nel corso di Quelli che il calcio ieri pomeriggio a proposito del caso Icardi-Wanda, e una (molto parziale) marcia indietro che non aveva fatto che peggiorare la situazione, sono arrivate le scuse, via twitter, dell’ex campione del mondo del 1982: "Mi scuso per le frasi involontariamente sessiste pronunciate ieri, pur nel clima goliardico di 'Quelli che il calcio' abbiano urtato la sensibilità delle donne. Sono state inopportune e me ne dispiaccio non era mia intenzione offendere nessuno, chi mi conosce sa quanto io rispetti l’universo femminile“, twitta l’opinionista.

Tenore diverso dalle parole pronunciate in diretta ieri, che avevano scatenato la polemica: "Quando sento una donna, anche le mogli dei calciatori, parlare di tattica mi si rivolta lo stomaco. Non ce la faccio! Se tu parli della partita, di come è andata e cose così, bene. Ma non puoi parlare di tattica perché la donna non capisce come un uomo, non c'è niente da fare".

Era arrivata in giornata una reprimenda in una nota dell'Usigrai con la commissione Pari Opportunità del sindacato dei giornalisti di Viale Mazzini.

”Una frase sessista, zeppa di stereotipi durante Quelli che il calcio: qualcuno ha spiegato al signor Fulvio Collovati che la Rai ha un contratto di servizio che impone un linguaggio non stereotipato nei confronti delle donne? Uno squallido siparietto, quello che si è verificato durante la puntata di domenica 17 febbraio di Quelli che il calcio in onda su Rai2 al quale non avremmo mai voluto assistere. Aggravato dal fatto che Collovati ha ribadito e rivendicato gli stessi concetti in una successiva intervista al corriere. Ci chiediamo se i responsabili del programma, la direzione e i vertici della Rai ritengano di dover prendere le distanze, stigmatizzare e porre rimedio a quanto avvenuto. E se, in assenza di scuse pubbliche, la Rai ritenga di volerlo confermare come opinionista. La frase di Collovati infatti non soltanto denota mancanza di sensibilità umana e professionale ma soprattutto viola palesemente quanto previsto dal contratto di servizio nell'articolo 2 comma 3 lettera g: 'superare gli stereotipi di genere al fine di promuovere la parità e di rispettare l'immagine e la dignità della donna anche secondo il principio di non discriminazione'".

Ancora più dura era stata la ct dell’Italia femminile, Milena Bertolini: 

“Un'uscita così la associo ad una mentalità primitiva. Un po' come nelle nelle migrazioni barbariche quando le donne avevano come unico compito contenere le vivande. Qualche anno però è passato, hanno inventato il frigorifero nel frattempo ma come mentalità c'è ancora chi è rimasto là. La tattica? Ma la competenza non ha sesso. Secondo me fare una affermazione del genere significa anche avere un po' di paura a confrontarsi con una donna. Io ho frequentato il supercorso di Coverciano come tante altre donne e ho anche avvertito la stima di molti colleghi uomini. Penso che la mentalità di Collovati sia scollata dalle realtà, lo invito a vedere qualche partita di calcio femminile di alto livello, vedrà che tatticamente sono squadre evolute e perlomeno una cosa la impara: ovvero che il mondo è andato avanti".