Il calcio è anche un’esperienza estetica. Certe giocate fanno sì che il gioco del pallone sia anche un fenomeno estetico. La doppietta di Muriel in Fiorentina-Sampdoria è una classica dimostrazione di prodezza di genere. “Un goal alla”, si direbbe come quando si assiste a una segnatura la ci esecuzione ricorda le prodezze di calciatori precedentemente abituali nel realizzarla in quel modo. Un’archivistica del goal in cui la meraviglia trova una sistemazione storica.

E i goal segnati da Luis Muriel - nemmeno così nuovo a una certa maniera di trovare la via della rete - nella gara che lo ha visto al ritorno in serie A dopo un’esperienza non proprio esaltante nel Siviglia, potrebbero essere accompagnati dalla didascalia dell’ammirazione con su scritto “un goal alla”. In questo caso, volendo rifarsi a un paragone già in altre occasioni ascoltato, con le dovute proporzioni, un goal alla Ronaldo “Il Fenomeno”. Quando Ronaldo Luís Nazário de Lima prendeva palla, nessuno poteva stabilire con certezza dove la sua progressione potesse finire. Spesso era un’incognita che entusiasmava i tifosi della sua squadra e metteva paura agli avversari. 

Le sue corse, i suoi dribbling, la sua capacità di pensare e realizzare a velocità di altre dimensioni facevano sì che Ronaldo fosse costantemente un pericolo per le difese avversarie. Ronaldo è stato il calciatore che nel dopo Maradona ha reinterpretato con successo l’estetica del solista. Mentre il genio del Diez era al servizio di se stesso e della squadra, quello del brasiliano nella sua maniera di giocare annunciava un individualismo incontestabile, autorizzato a cercare e a trovare da solo la soluzione vincente. E Ronaldo palla al piede non era criticabile. La sua maniera di giocare induceva a sperare che la sua azione fosse ogni volta efficace.

Muriel, nella gara del debutto in campionato con la maglia viola, ha dato due dispiaceri proprio a quella Sampdoria nella quale ha giocato tante partite dal 2015 al 2017. E lo ha fatto segnando due reti alla Ronaldo. Nell’azione della prima segnatura, Muriel ha raccolto palla pochi metri oltre la linea di centrocampo, superando in velocità due difensori e infilando uno dei due con un dribbling effettuato facendo passare la palla esternamente alla linea di corsa, per poi calciare a fil di palo con una conclusione precisa e imparabile. Il secondo goal, invece, ha visto Muriel partire una ventina di metri dietro la linea di centrocampo della propria squadra. L’inizio dell’azione dell’attaccante della Fiorentina separava il colombiano di una settantina di metri dalla porta avversaria. l'ex Lecce, Doria e Udinese, di spalle al campo, ha prima superato un difensore con un colpo di tacco e poi ne ha dribblato un altro con la stessa giocata dell’azione del primo goal. In progressione, senza deragliare dalla sua linea di corsa, ha poi piazzato il pallone sul secondo palo. Del resto, come già detto, Luis Muriel non è nuovo a certe giocate e a una certa maniera di segnare. È proprio vero che la grandezza ha bisogno anche di costanza. Gli archivi dell’estetica sono sempre aperti. Basta riempirli il più possibile.