Alla vigilia dell'ultima giornata prima della sosta di ottobre sono due i centravanti che stanno rendendo al di sotto delle attese in questa Serie A e si tratta di Edin Dzeko e Mauro Icardi. Un gol a testa in questo inizio di stagione, un po' poco per quanto è stato investito dai fantallenatori per accaparrarseli nelle aste estive e al contempo molto meno di quanto atteso sulla base delle esperienze precedenti. Ma cosa è accaduto loro? Semplice sfortuna o qualcosa di più profondo che può minarne il rendimento per tutto il corso della stagione? Proveremo oggi a fornire un'analisi sulle differenze di rendimento fra questa primissima parte di campionato e la medesima della Serie A 2017/18.

Cominciamo dal capitano nerazzurro.

Come detto un solo gol per lui realizzato per di più su rigore, 5 in meno delle prime 5 gare dello scorso anno quando rimase a secco solo nella gara contro il Crotone, vinta dai nerazzurri nel finale per 2-0. Da una prima analisi si nota subito come quest'anno il centravanti argentino non abbia diminuito drasticamente il numero di conclusioni verso la porta, (sono 13 quest'anno e 14 la passata stagione) ma il vero calo sta nella pericolosità di esse: per giustificare questo dato ci serviamo dei cosiddetti xG. Nelle prime 5 partite dell'anno scorso il numero nove nerazzurro è stato pericolosissimo generando con i suoi tiri 4.3 gol potenziali e mettendone a segno ben 6, un dato che si confà ai migliori realizzatori europei (infatti solo i top in Europa sono in grado di mantenere con costanza il numero dei gol reali al di sopra degli xG registrati); quest'anno la pericolosità di Icardi si è praticamente dimezzata con solo 2.03 xG nelle prime 5 giornate (4 e mezza per la precisione vista la partenza dalla panchina contro il Parma) e questo giustifica in parte la diminuzione dei gol generali: non si può sempre iper-performare e se si realizzano 0.41 xG di media a partita non sempre si può finire con il realizzare un buon numero di gol. Nulla di preoccupante, però: il dato è negativo, ma non fa sorgere dubbi in quanto Icardi continua a segnare in maniera adeguato a quanto produce, si tratta solamente di migliorare la pericolosità sotto porta per tornare ai rendimenti consoni e ai quali ha abituato nella sua esperienza italiana.

(Getty Images)

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Proseguiamo analizzando il rendimento sulle due diverse annate di Dzeko.

Per il bosniaco il discorso è leggermente diverso da quello di Icardi. Per indole l'ex Manchester City arriva più volte alla conclusione vista la diversità di gioco insita nelle due squadre e nelle caratteristiche dei due giocatori, la differenza reale sta quindi non tanto nella pericolosità delle conclusione di Dzeko che rimane identica o quasi nelle prime 6 partite dei due campionati (4.93 xG lo scorso anno e 3.32 xG questa stagione), ma proprio nella scarsa vena realizzativa del bosniaco, che nel linguaggio del fantallenatore diventa "sfiga". Prendiamo in analisi la partita con il Bologna: Dzeko per le statistiche sarebbe dovuto uscire dal Dall'Ara con almeno un gol a referto (1.21xG per la precisione), ma è rimasto a bocca asciutta, così come con il Chievo quando non è riuscito a tramutare 0.69 xG in nemmeno una realizzazione, cosa capitatagli più volte nello stesso lasso temporale della Serie A passata, ad esempio con l'Udinese gli bastavano 0.57 xG per finire sul tabellino o addirittura contro il Milan usufruì di soli 0.13 xG per battere Donnarumma. Per Dzeko vale lo stesso discorso di Icardi: è un realizzatore internazionale che riesce - in condizioni normali - a iper-performare sulla base delle occasioni a sua disposizione, ma per lui si può parlare più di sfortuna di quanto non si possa fare per Icardi.

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L'argentino deve migliorare a livello "strutturale", deve riuscire a generare occasioni più pericolose, non come numero, ma proprio qualitativamente, mentre per Dzeko si tratta di affinare il fiuto del gol in questo campionato, di togliersi di dosso il peso delle difficoltà realizzate proseguendo su quanto di buono qualitativamente sta offrendo in queste giornate.

Alla base dunque ci sono problemi diametralmente opposti per i due attaccanti su cui tantissimi fantallenatori hanno investito, ma il risultato è il medesimo: ad oggi il loro rendimento è sotto le aspettative e serve una sterzata per giustificare le spese folli di inizio anno e dare qualche gioia a chi li ha scelti nella riffa di nomi di questa Serie A.