Intervenuto in conferenza stampa in vista della Supercoppa contro la Juventus, il presidente della Lazio Claudio Lotito ha parlato del momento di forma strepitoso della sua squadra: "Dobbiamo vivere alla giornata, partita dopo partita. Vedo una buona ferocia agonistica, dettata dalla voglia di mostrare. Il campionato è lungo e dobbiamo viverlo giornata dopo giornata. Domenica ci sarà un appuntamento importante, sarà un test fondamentale per capire se abbiamo acquisito la mentalità della grande squadra. Il problema non è solo la qualità tecnica, ma di approccio. Recuperare partite come quella con il Cagliari, è indicativo di una squadra volitiva e forte. Per raggiungere gli obiettivi bisogna avere spirito di coesione e determinazione. In passato capitava l’opposto, cioè che nella parte finale della partita venivamo raggiunti. Speriamo che permanga questo atteggiamento. Credo che la squadra si stia divertendo, deve avere certezza nei propri mezzi ed essere pragmatica. Al di là del divertimento e delle capacità, quello che conta è alla fine il risultato. La qualità del gioco è riconosciuta da tutti, e va tradotta in risultati. Nel secondo tempo di Cagliari ho visto un atteggiamento opposto rispetto al primo tempo, come se i giocatori si fossero detti: “Non possiamo perderla”. Nel mondo del calcio non conta chi va più vicino".

"La Lazio ha ancora un mancato riconoscimento nei comportamenti per una storia pregressa. Io ho cercato di inculcare precisi valori durante la mia gestione. Ancora oggi, quando ci sono partite internazionali, veniamo additati come tifoseria di destra e razzista. Noi abbiamo messo in campo una serie di azioni volte a prevenire. Parlo degli incontri nelle scuole, negli ospedali. Questo ci viene riconosciuto dagli addetti ai lavori, forse all'estero arrivano scarse comunicazioni, ancora hanno un'idea della Lazio legata all'era a me precedente. Noi abbiamo fatto una scelta, perché siamo sempre per il rispetto della legalità e dei valori. La Lazio deve avviare i giovani allo sport e al rispetto di queste regole. Non ci appartiene le etichette che spesso ci vengono attribuite. La stampa estera deve capire che la Lazio rappresenta da 15 anni un altro mondo. Siamo sempre in prima linea per combattere e portare risultati, per debellare i fenomeni negativi anche all'interno della tifoseria. Quando sono uscite una serie di situazioni che minavano la credibilità dei club, la Lazio ne era estranea. Qui vige la correttezza, la trasparenza. Il mondo del calcio deve valutarci per quello che facciamo, che va al di sopra di qualsiasi aspettativa. Alcune iniziative sono state prese in momenti in cui nessuno aveva avuto il coraggio di farlo. All'estero passa un messaggio di grande virtuosismo gestionale, e lo apprezzo. La mia è stata un'operazione, però, di risanamento non solo economico, ma anche morale. Abbiamo l'obbligo di preservare certi valori e tramandarli. La Lazio è un ente a parte, perché ha una storia incredibile. I nostri sforzi devono essere riconosciuti a livello internazionale, basta etichette che non ci appartengono. Siamo per il rispetto della dignità umana, per le persone più deboli. Noi vogliamo che ci venga riconosciuto quello che facciamo".

"Giocare in Arabia Saudita? Facile dire che quello è un mondo che viola i diritti umani. Noi dobbiamo e vogliamo cambiare il sistema, e per farlo dobbiamo combattere. Vi dico cosa fa la Lazio a Riad. Con una rappresentante locale ha messo in campo una riunione con tutte le donne per far capire che le donne non sono una specie in estinzione ma una realtà che va rispettata e tutelata. Devono avere la parità dei diritti. Nel caso della partita, parteciperanno alla competizione sportiva sugli spalti, cosa che prima non accadeva. E noi ci siamo battuti per questo. Io ho parlato con chi di diritto, promettendo di garantire lo spettacolo ma ricevendo questo in cambio. Questo è un sistema sbagliato, le persone per bene spesso preferiscono starne fuori. E invece bisogna combattere. Io quando arrivai dissi di essere legato al mondo della legalità. Non andiamo lì solamente per giocare la partita, ma perché crediamo che quel Paese possa avere cambiamenti sostanziali. Dobbiamo fare in modo che quel tipo di mentalità venga cambiata. Quando hai un'attività come la nostra, che viene seguita da 100 paesi, diventa una grande responsabilità. E loro non possono rappresentare un mondo fuori dalle regole, noi dobbiamo spingere il mondo arabo a cambiare abitudini. La crescita di un paese passa attraverso ad alcune tappe, confrontandosi con un altro sistema che ti aiuti a migliorare. E loro lo stanno facendo, pensate alla lotta contro la pirateria. Loro sono una popolazione giovane, non condizionata e acculturata, agiata dal punto di vista economica. Stimolando con le dovute iniziative, può concretizzarsi il cambiamento".

"Può pagare tutto un paese per una singola persona? Un po' come la Lazio, perché pagare per 100 facinorosi nella tifoseria? Bisogna combattere queste persone, che girano per il mondo. Occorre prevenire questi fenomeni, non solo punire il fatto stesso. Educare i giovani è fondamentale, combattere i problemi endemici. La forma di prevenzione è importante per operare un cambiamento".