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«Sono molto felice ed entusiasta. È un grande onore per me arrivare alla Roma. È un grande passo per la mia carriera»

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In passato il calcio italiano in più di qualche occasione ha messo in pratica una curiosa forma di scouting: se le nostre squadre, nelle competizioni europee ed internazionali, vengono messe in difficoltà da alcune formazioni non irresistibili – al punto tale, in certe situazioni, addirittura superiori al punto tale da “mandarci a casa” – i principali interpreti della mirabolante impresa vengono subito portati in Italia. Come se si fosse improvvisamente trovato il fenomeno finora nascosto. Ma nella stragrande maggioranza dei casi, la scelta non si è rivelata felice: si pensi, ad esempio, agli svedesi del Rosemborg Jesper Blomqvist e Andreas Andersson, reclutati dal Milan con scarsi risultati, oppure, andando ancora un po’ più indietro nel tempo, un certo Aaltonen, che con il suo semisconosciuto Turku eliminò l’Inter dalla UEFA: Pellegrini lo comprò parcheggiandolo al Bologna. 

Ecco, forse è questo anche il caso di Olsen, il portiere svedese che ha affrontato la Nazionale di Ventura nel doppio confronto di qualificazione per i Mondiali, che ha sancito la nostra clamorosa esclusione. Olsen, per la verità, non fece il fenomeno, ma il caso volle che la scelta della pesante eredità di Alisson alla Roma cadde proprio su di lui, versando ben 8,5 milioni nelle casse del Copenaghen. Ma la stagione giallorossa è stata parecchio tribolata, anche a causa di diverse “papere” del suo portiere, che ha accusato un vistoso calo di rendimento. Non è un caso che Ranieri, subentrato a Di Francesco, nel finale di stagione decide di accantonarlo per ripescare dalla naftalina il secondo, Antonio Mirante. Con risultati decisamente migliori. SUPERATO.