Comunque vada, esisterà sempre un Brozovic pre Spalletti ed uno post. L'intuizione dell'allenatore di Certaldo, che spostò il baricentro del centrocampista croato di qualche metro più dietro, investendolo così di maggiori responsabilità e pressioni tecniche - oltre che psicologiche - ha cambiato la carriera di un giocatore fondamentale per gli equilibri dell'Inter. 

Il Brozovic di Spalletti

Stabilire quale sia la miglior versione di Brozovic, se quello di matrice spallettiana o di quella più recente targata Conte, non è certo semplice ed è inevitabilmente figlia dei contesti in cui il giocatore si è ritrovato immerso. Per quanto paradossale, considerando gli identici risultati sportivi raggiunti, le stesse Inter di Luciano Spalletti sono state differenti nelle due annate del tecnico toscano trascorse sulla panchina dell'Inter.

Quello in cui è certamente maturato Brozovic è nella lucidità delle scelte e nella costanza di rendimento all'interno dei 90 minuti: da mezz'ala di qualità e inserimento a fasi alterne, il croato è passato ad essere un regista puro e dotato di una proprietà di corsa che in pochi, prima di lui, avevano mostrato in quel ruolo. Rispetto agli interpreti classici del ruolo, peraltro tecnicamente più puliti in alcuni fondamentali come il lancio, Brozovic ha da subito messo in mostra un attitudine al contrasto e alla copertura di ampi spazi che ha concesso sin da subito, a Luciano Spalletti, di schierarlo in un centrocampo a 2 e con una larga porzione di campo da coprire. Una qualità non da poco, soprattutto considerando che nel secondo anno spallettiano l'Inter ha spesse volte incontrato avversari che l'hanno costretta a correre e rincorrere una forza superiore.

L'EREDITA' PIU' IMPORTANTE 

Considerando come è finita con Icardi, l'addio di Nainggolan e l'esplosione di Lautaro avvenuta sotto l'ala protettiva di Conte, assieme all'esplosione di Skriniar, Brozovic rappresenta forse l'eredità più significativa di Luciano Spalletti. Tecnica, protezione del pallone, fraseggio con il compagno e percentuale di errori ridotta all'osso: Brozovic è diventato un centrocampista sempre presente e sempre affidabile. Ma il fantacalcio, si sa, è sempre stata un'altra storia. 

Resistenza alla pressione avversaria, palla sempre incollata al piede e uno-due a saltare il terzo marcatore. Brozovic abbina quantità e qualità in continuazione

Il Brozovic di Conte 

Qualche difficoltà maggiore, con Conte, si è da subito avuta. In un 3-5-2 le competenze richiesta al regista sono differenti: Conte ha saputo ridare una nuova giovinezza a Pirlo, ed il prototipo ideale del centrocampista davanti alla difesa schermato da due mezze ali, in un modulo formato da una corposa linea a 5, è probabilmente incarnato proprio da Pirlo. Brozovic, oltre che in senso assoluto, appartiene però ad un'altra scuola, e qualche passo indietro, ad inizio anno, è stato oltre che evidente anche sottolineato da Conte, che ha sempre parlato di ampi margini di miglioramento per il suo Brozovic. 

Rimboccatosi le maniche e forte della fiducia acquisita nelle stagioni precedenti, il croato non ha però mollato e settimana dopo settimana ha imposto tutta la sua personalità. Arrivando a superare se stesso e acquisendo una capacità maggiore di vedere il gioco in maniera verticale, ragionando, a differenza delle annate precedenti, molto più verso la profondità che l'ampiezza. 

Anche in situazioni di accerchiamento Brozovic mantiene sempre lucidità. E riesce sempre a trovare il compagno libero.

IL VERDETTO DEL FANTACALCIO - I numeri, seppur a loro modo, raccontano sempre una verità. Nella stagione in corso la fantamedia di Brozovic è di 6,74, mentre nel 2018/19 non raggiungeva neanche la sufficienza fermandosi a 5,94. Nel primo anno di Spalletti la musica è stata però diversa, ed i numeri non si discostano tanto da quelli attuali. 


2017/20182018/20192019/2020
PARTITE GIOCATE313219
MEDIA VOTO6,215,916,29
FANTAMEDIA 6,805,946,74
GOL FATTI 422
ASSIST TOTALI 915