Negli ultimi mesi della passata stagione, quando ormai lo Scudetto era praticamente assegnato, molti dei cosiddetti addetti ai lavori si lamentavano della poca bellezza del gioco proposto dalla Juventus. La dirigenza bianconera, evidentemente soddisfatta del lavoro di Allegri, sostenne il tecnico fino al termine della stagione. Quando però i giochi furono definitivamente conclusi, tecnico e società piemontese decisero, di comune accordo, di separare le loro strade. La scelta sembrava infatti vantaggiosa per entrambe le parti: la squadra avrebbe avuto nuove motivazioni dopo aver completato un quinquennio letteralmente d'oro, mentre il tecnico si sarebbe potuto riposare in tutta serenità prima di lanciarsi in nuove avventure. Al momento dell'annuncio della separazione tra Allegri e la Juventus ripresero vigore tutte le voci di coloro che chiedevano di invertire la rotta dal punto di vista tattico e, perché no, estetico. La scelta della dirigenza juventina sembrò quasi avallare queste richieste, affidando la panchina ad uno degli allenatori più propositivi degli ultimi anni, quel Maurizio Sarri creatore di una delle squadre più belle, seppur non vincenti, del recente passato del calcio italiano.

Naturalmente in molti aspettavano al varco la nascita di questa nuova Juventus, così da poter lanciare nuovi strali alla società bianconera. I detrattori trovarono sponda facile nei primi mesi del nuovo corso bianconero. Le prime uscite ufficiali della Juventus di Sarri furono ben lontane dalle attese ed anche se i risultati arrivavano il gioco proposto sembrava ricalcare quello delle precedenti stagioni. La necessità di tempo da parte di entrambe le realtà per conoscersi e fondersi sembrava quasi scontata. I bianconeri venivano da un quinquennio sotto la guida di Allegri, quindi per i giocatori cambiare le metodologie di lavoro e resettare gli schemi mentali richiedeva un enorme mole di applicazione e soprattutto moltissimo tempo. In realtà sporadicamente, soprattutto in Champions League, si sono viste piccole anteprime di quella che sarebbe potuta essere la Juventus di Sarri, ma con troppi black-out mentali, come se lo sforzo di giocare secondo la volontà del tecnico risucchiasse tutte le energie ai giocatori. Il risultato è stato un regno intermedio fatto di buoni risultati e di tanta discontinuità dal punto di vista delle prestazioni.

Nella partita di Coppa Italia contro la Roma però si è tornato a vedere qualcosa di diverso, di più propositivo, soprattutto nella prima frazione di gioco.

Ora la Juventus sarà dunque chiamata a confermare i progressi visti nella sfida vinta contro i capitolini e lo dovrà fare in un partita che negli ultimi anni ha rappresentato uno dei big match del campionato. Questa sera i bianconeri andranno infatti in scena al San Paolo, proprio contro quel Napoli con cui Sarri si è imposto e confermato come uno dei migliori tecnici del panorama italiano. Una sorta di segno del destino come se il passato ed il presente del tecnico dovessero trovare un punto di congiunzione nell'arco di soli 90 minuti, una congiunzione temporale utile a sancire il definitivo passaggio di consegne, tanto sperato dagli juventini quanto temuto dai supporter partenopei.

Ad attendere i bianconeri ci sarà un avversario voglioso di rivincita, dopo il tradimento del loro tecnico prediletto. La squadra di Gattuso sarà spinta da tutto il pubblico di un San Paolo traboccante di orgoglio e passione, pronto a rendere ancora più difficile la nascita del nuovo corso juventino. Per la Juventus dunque il posticipo di questa sera servirà come banco di prova: Ronaldo e soci sono chiamati prima di tutto a reggere la pressione di uno stadio infuocato e poi a mettere in campo tutte le loro forze per far nascere questo nuovo corso bianconero. Molto di questo dipenderà dagli uomini più talentuosi che dovranno far brillare tutte le loro qualità all'unisono, pronti a giocare di spada e fioretto tutti insieme, come se fossero un sol uomo.

La sfida di questa sera non è dunque da prendere sotto gamba per i campioni d'Italia in carico. Tra significati simbolici e punti reali, i piemontesi dovranno scendere in campo concentrati fin dal primo minuto per dare continuità alle loro imprese e confermare i propri progressi, sotto tutti gli aspetti.