È la prima alla Sardegna Arena nel nuovo anno per il Cagliari di Maran, è la prima in maglia rossonera, da titolare, per Zlatan Ibrahimovic. Dopo l'ottimo inizio di stagione i sardi hanno rallentato pesantemente, da ultime le sconfitte contro Juventus, Udinese e Lazio, ma prepotentemente intendono risollevarsi e tornare a sognare, proprio adesso che il girone d'andata volge al termine e il piazzamento europeo è lì a uno schiocco di dita. L'arrivo di Ibrahimovic, l'IZ back più diffuso in questa finestra di mercato, ha risollevato solo psicologicamente il Milan che, tuttavia, non è riuscito ad andare oltre il pari interno a reti inviolate contro la Sampdoria. Proprio i gol sono la chimera di questo Milan, appena 16 fin qui, e proprio per ovviare a tale problematica il Milan di Pioli cambia, con esclusioni eccellenti. È tutto pronto in terra sarda, in campo Cagliari e Milan.

Maran perde pedine importanti per infortunio, soprattutto nelle retrovie, ma conferma modulo, il 4-3-1-2, e interpreti delle ultime uscite. Tra i pali va Olsen, con Faragò, Pisacane, Klavan e Pellegrini. A centrocampo si dispongono Nandez, Cigarini e Rog, con Nainggolan sulla trequarti e il duo offensivo formato dalla coppia Joao Pedro - Simeone

L'arrivo di Ibrahimovic e le recenti negative prestazioni costringono Pioli a reinventarsi il Milan. Cambio modulo, quindi, e 4-4-2 con Donnarumma tra i pali, Calabria, ancora preferito a Conti, sulla destra, Musacchio e Romagnoli al centro con Hernandez sulla corsia mancina. A centrocampo Castillejo, Bennacer, Kessiè e Calhanoglu. In avanti non possono che esserci, dopo le indicazioni della settimana appena trascorsa, Ibrahimovic e Leao.

Dopo i convenevoli di rito, inizia il primo tempo e subito con il Cagliari in avanti, ma il tentativo di Joao Padro è murato da Donnarumma che chiude in angolo. Ancora Cagliari con Cigarini, ma l'estremo difensore del Milan blocca in presa aerea. La replica del Milan è affidata alle invenzioni di Calhanoglu, ma Olsen non disdegna la presa alta e chiude la sortita offensiva. Le squadre si studiano e il vero pericolo per i rispettivi portieri arriva solo al 17', quando Hernandez, dopo un ottimo inserimento prova il colpo migliore della sua scuderia, con Olsen che mura il primo palo. Batti e ribatti soprattutto in mezzo al campo, con le conclusioni che latitano, ma la partita è divertente e lo specchio di pubblico da grandi occasioni. Alla mezzora il Milan esce con convinzione, al 31' Ibrahimovic di testa chiama Olsen alla prodezza con la sfera che esce prima di scheggiare il palo. Un minuto più tardi, sugli sviluppi del corner, è Leao a sfiorare il vantaggio, ma la sfera termina sul fondo. Ci provano anche Calhanglu, con la palla che termina di poco a lato, e Nandez che sfrutta un'iniziale indecisione di Donnaruma e ci prova dalla distanza, ma il rossonero è svelto a ritornare sui suoi passi e salvare la porta. Non accade più nulla, termina col punteggio a occhiali la prima frazione di gioco.


Nella ripresa si riparte con i medesimi 22 in campo ma subito cambia il parziale: al 46', infatti, Castillejo con un lancio illuminante sorprende la difesa sarda ma non Leao che controlla e calcia di prima intenzione, portando il Milan in vantaggio. Il Cagliari accusa il colpo e si limita alle conclusioni dalla distanza, soprattutto con Faragò al 55', ma la difesa del Milan tiene bene e limita le sterili percussioni degli avversari. Il match si incattivisce e fioccano i gialli, ma al 64' il risultato cambia ancora: Hernandez dalla sinistra per Ibrahimovic che è il più lesto a colpire di prima intenzione e beffare Olsen per il raddoppio del Milan. Girandola di sostituzioni e tentativi troppo tiepidi del Cagliari, con un Milan che, al contrario, si permette di amministrare il risultato e si vede annullare un gol a Ibrahimovic per posizione di partenza oltre la linea del penultimo uomo avversario. Così dopo 6' di recupero termina la gara. A Cagliari, il Milan batte i padroni di casa 2 a 0.

Un Milan rivoluzionato da Stefano Pioli ripaga le ambizioni del suo tecnico, vincente e convincente, come forse mai era accaduto fino ad oggi. Leao e Ibrahimovic siglano il successo più importante, il primo del nuovo anno, mettendo in pratica tutti i dettami di tecnico e dirigenza e provando a rilanciare se stessi, ma soprattutto un progetto che finalmente pare pronto a decollare. In panchina senza mai scaldarsi Suso, Paquetà e Piatek, questo, per la prima volta, è davvero un nuovo Milan.

Maran, dopo quel terribile recupero contro la Lazio non trova pace e alla quarta sconfitta consecutiva si gode il certo posizionamento europeo a fine girone d'andata, pur consapevole di dover porre in essere le dovute precauzioni nel minor tempo possibile. Prima che sia troppo tardi e che il sogno finisca.

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