Per chi crede che il calcio, come il buon vino, magari migliorerà invecchiando, ma che quelle passate siano sempre ottime annate. Per chi è vintage inside (e anche un pizzico nerd outside). Per chi al calcetto del giovedì "sai, io sono nato nel 1982, anno di Kakà Gilardino e Adriano, anno da bomber". Per i nostalgici compulsivi e per chi si è sempre chiesto, "Ok, De Gregori, La leva calcistica della classe '68...ma tutte le altre?". Ma anche per i più giovani con la cresta, i talent scout da videogiochi sempre aggiornatissimi. #LaClassenonèAcqua,  è la rubrica targata Fantagazzetta che ripercorre più di mezzo secolo di storia del calcio, proponendovi le Top 11 per anno di nascita, dal 1940 al 2000.

Ecco la prima puntata, il 1940 di Pelè. Il più grande giocatore brasiliano, schierato per questioni tattiche trequartista, ruolo che ha ricoperto senza alcun problema al Mondiale 1970, è il capitano di una squadra ricchissima di talento che comprende campioni del Mondo, d'Europa, del Sudamerica, d'Italia e un Pallone d'Oro.

Jan Jongbloed, 25/11/1940

Con il numero 8 sulle spalle perchè i numeri si davano in ordine alfabetico (non a Cruijff però), Jongbloed difese i pali dell'Arancia Meccanica, l'Olanda del '74 e del '78 che perse per due volte in finale. Forse più bravo con i piedi che con le mani, è stato un'icona del ruolo, il secondo portiere libero della storia dopo l'ungherese Grosics.

Julio Cesar Benitez, 1/10/1940

Da attaccante a difensore, l'uruguaiano si è consacrato in Spagna con la maglia del Barcellona. Nel periodo nel quale la squadra catalana viveva all'ombra del real Madrid, divenne l'idolo dei tifosi riuscendo a fermare il leggendario Gento in più occasioni. Proprio quando sembrava possibile per il Barça arrivare al titolo, nell'aprile del '68 Benitez morì a 27 anni, ufficialmente per un'intossicazione alimentare da cozze a pochi giorni dal Clasico. Senza di lui, il Barcellona non vinse, ma riuscì a prendersi una vendetta in nome di Benitez nella finale di Coppa del generalissimo (oggi Coppa del Re).

Billy McNeill, 2/03/1940

L'uomo che ha incarnato lo spirito Celtic. Leader della difesa e della squadra, ha vestito il biancoverde più di 800 volte ed è stato il capitano della squadra che ha vinto la Coppa dei Campioni nel 1967 contro l'Inter, 9 campionati scozzesi e 13 coppe nazionali.

Wolfgang Paul, 25/01/1940

Bandiera e capitano del Borussia Dortmund degli anni '60, guidava la difesa grazie alle sue abilità tecniche e fisiche. Fu grande protagonista nella vittoria della Bundesliga del '69 in Coppa delle Coppe del '66. Nel '68 un infortunio al ginocchio lo ha costretto al ritiro.

Fernando Cruz, 12/08/1940

Fu il difensore sinistro del più grande Benfica di tutti i tempi, quello degli anni '60 di Eusebio, capace di monopolizzare il campionato portoghese e di arrivare per ben cinque volte in finale di Coppa dei Campioni, vinta nel '61 e nel '62.

Giacomo Bulgarelli, 24/10/1940

Prima di essere il telecronista di Fifa a cavallo di millennio, è stato il tuttocampista del Bologna dal '59 al '75 divenendo il fulcro della squadra di Bernardini che strappò lo Scudetto all'Inter nel 1964. Dopo quello storico trionfo arrivarono anche due Coppe Italia da capitano e l'Europeo del '68 con la Nazionale. Uno dei centrocampisti migliori della generazione d'oro italiana degli anni '60, dalla grande intelligenza tattica e alle ottime qualità tecniche, fu fermato da alcuni infortuni al ginocchio, ma Bulgarelli si seppe reinventare libero a dimostrazione del suo valore.

Luis Cubilla, 28/03/1940

Centrocampista offensivo uruguaiano, una delle stelle della Celeste degli anni '60, partecipò a quattro Mondiali tra il '62 e il '74. Nel '70 fu l'eroe dei quarti di finale con un gol di testa al 116' che valse la vittoria e l'accesso alla semfinale, dove però l'Uruguay si arrese al Brasile di Pelè. Con i due club maggiori di Montevideo, Nacional e Peñarol, vinse tutto, campionati e Libertadores, tanto da guadagnarsi la chiamata del Barcellona. Cubilla ha confermato le sue qualità anche da allenatore, vincendo due Libertadores alla guida dell'Olimpia Asuncion.

Pelè, 23/10/1940

Edson Arantes do Nascimento, oppure O Rei, non serve neanche citarlo per capire quando si parla di Pelè, uno dei giocatori più forti nella storica del calcio. Unico vincitore di tre Mondiali, recordman per gol fatti, 1281, il più giovane ad aver fatto tripletta in Coppa del Mondo, ad aver segnato in finale e a vincere la competizione, ancora minorenne. Il suo gol contro la Svezia nella finale del '58 è considerato, a ragione, il più bello di un atto finale dei Mondiali. Prima di lui, il 10 veniva assegnato senza troppe cerimonie, dopo il Mondiale del '58 divenne di diritto della stella della squadra. Non è difficile capire il perchè: Pelè faceva e vedeva calcio come nessuno, attorno a lui tutti sembravano fuoriclasse e allo stesso tempo tutti gli sembravano inferiori. Perfino Caine e Stallone in Fuga per la vittoria.

Jair, 9/07/1940

Un altro brasiliano, questa volta profeta in Europa, Jair è una delle leggende della Grande Inter, quella che vinse due Coppe dei Campioni consecutive e quattro Scudetti. Fu lui a firmare l'1-0 nella finale di Coppa Campioni del '65 contro il Benfica. Uno smacco ai cugini del Milan che lo scartarono perchè troppo magro. Ala destra completa, tanto da essere paragonato al grande Garrincha, velocissimo, dotato di un dribbling fulminante e di un tiro molto potente. A lui è stato anche dedicato il gol, inutile, dell'Italia in Tre Uomini e una Gamba.

Jimmy Greaves, 20/02/1940

Genio e sregolatezza, il più grande bomber della storia della First Division che però quando arrivò in Italia, al Milan,dopo un inizio molto promettente si scontrò con Rocco. C'era più voglia di bere che d'allenarsi, soprattutto con uno come il Paron. Ma al di là della Manica è un'altra storia: tornò al Tottenham, arrivò a 357 gol in Premier e arrivò terzo dietro Yashin e Rivera nella classifica del Pallone d'Oro. Non vinse mai un campionato, ma si consolò con una Coppa delle Coppe e soprattutto il Mondiale del '66, anche se vinto da infortunato.

Denis Law, 24/02/1940

Il Pallone d'Oro della squadra. Talmente bravo con il pallone da convincere l'Huddersfield a comprarlo prima del provino, mentre palleggia. Da l' passa a breve al City e poi al Torino dove si mette in mostra nel campionato più difficile a suon di dribbling e gol. Poi un incidente d'auto ha concluso la sua esperienza italiana e tornò in Inghilterra, stavolta al Manchester United dove vinse tutto, spiccano su tutto il Pallone d'Oro del '64 e la Coppa dei Campioni del '68. Facile con un tridente formato da Charlton, Law e Best.