Che cosa chiedere di più a questa formazione? Difesa di ferro grazie agli 'italiani' (ed ex) Handanovic, Chiellini e Thiago Silva in copertina assieme a Ivanovic; centrocampo totale che prevede Sneijder, Mascherano, Schweinsteiger e capitan Iniesta, impossibile trovarvi un difetto; attacco pieno zeppo di tecnica, talento e rapidità con Robben, Tevez e Robinho. Sì, la classe 1984 è decisamente un'altra (l'ennesima) generazione d'oro.

Samir Handanovic, 14 luglio 1984

Una carriera legata quasi interamente a due sole squadre. L'Udinese, vero trampolino di lancio nel nostro campionato per ben cinque annate. E poi l'Inter, la sua casa dal 2012 nonostante qualche sporadica critica tra un miracolo e una prodezza e le pressoché costanti sirene di mercato. Semplicemente assurdo il fatto che non abbia mai vinto un trofeo.

Branislav Ivanovic, 22 febbraio 1984

Quasi due anni esatti fa l'inizio della nuova avventura allo Zenit San Pietroburgo, dopo essere stato una colonna del Chelsea dal 2008 in poi. Numeri eccellenti per lui: 8 titoli nazionali (di cui 3 Premier), ma sono soprattutto quelli internazionali ad essere scolpiti nel suo cuore. La Champions del 2012, con gol decisivo nel 4-1 al Napoli agli ottavi, e l'Europa League dell'anno successivo, siglando in finale al 92' la rete di testa che condannò il Benfica.

Thiago Emiliano da Silva, 22 settembre 1984

Profilo indissolubilmente appartenente all'universo Milan, anche se per cifre andrebbe ammesso che col Psg ha ottenuto i risultati migliori (5 Ligue 1, giusto per citare qualcosa). Ad ogni modo, l'ultima squadra in Italia ad aver vinto lo Scudetto prima dell'egemonia juventina che dura dal 2011 è stata proprio quella compagine rossonera la lui guidata insieme con l'altro emblema, Zlatan Ibrahimovic. Senza dubbio uno dei centrali più forti e completi del XXI secolo.

Giorgio Chiellini, 14 agosto 1984

A proposito di difensori giganti: un posto di spicco lo occupa ovviamente anche l'ormai inamovibile bandiera bianconera. Dal 2005 a oggi, dominio assoluto nel nostro Paese con ben 7 Serie A in saccoccia. Che cosa gli manca? Quella Champions League tanto sognata, due volte sfiorata ma mai portata a casa. Dopo quasi 500 partite con la Vecchia Signora, stavolta potrebbe essere quella buona.

Andrés Iniesta Lujan, 11 maggio 1984

Davanti a lui bisogna solo alzarsi in piedi e applaudire. Probabilmente il canterano più geniale, vincente e iconico coltivato dal Barcellona, del passato e forse anche dell'avvenire. 674 apparizioni in blaugrana, 57 centri, 9 Liga, 4 Champions, 3 Supercoppe europee, 3 Mondiali per Club, oltre ai 2 Europei e il Mondiale del 2010 con la Spagna. Nessun Pallone d'Oro in bacheca, scegliete voi se definirlo "scandalo" o "sacrilegio": il concetto resta identico.

Bastian Schweinsteiger, 1 agosto 1984

Da un universo all'altro, non meno prolifico di successi. Siamo in casa Bayern Monaco e, anche qui, di fronte a un pezzo autentico di storia bavarese. Dal 2002 al 2015, un percorso di crescita di pari passo col club che gli ha permesso di conquistare tutto ciò che potesse vincere, dalla Bundesliga (otto volte), alla Champions, passando per la Supercoppa europea e il Mondiale per club. Senza dimenticare i tre trofei ottenuti a Manchester. E, ancor meglio, il Mondiale del 2014 con tanto di umiliazione ai padroni di casa verdeoro.

Javier Alejandro Mascherano, 8 giugno 1984

Altra carriera stellare, quasi totalmente ed equamente divisa nel primo troncone poco positivo (per titoli vinti, nessuno) a Liverpool e nel secondo superbo a Barcellona. Duttilità al potere: parte come centrocampista tuttofare, finisce da difensore centrale. Rendimento? Sempre elevatissimo. Idem in Nazionale, di cui - tra l'altro - è primatista di presenze all-time (ben 147). Mica bazzecole...

Wesley Benjamin Sneijder, 9 giugno 1984

Ce lo ricordiamo benissimo il suo magico destr... anzi, sinist... vabbè, in qualunque modo calciasse era (ed è) un incubo per le difese avversarie, che sia da fermo o su azione. L'apice della sua vita professionale proprio la sua "toccata e fuga" a San Siro, sponda Inter. Giusto in tempo per regalare ai tifosi nerazzurri quell'unicum inarrivabile, il celeberrimo triplete del 2010. 134 presenze con l'Olanda: nessuno come lui nella storia.

Robson de Souza Santos "Robinho", 25 gennaio 1984

Diversamente da Thiago Silva, che abbiamo preferito rappresentare ed esaltare con indosso la maglia rossonera, nel suo caso non possiamo non esimerci dal cambiare rotta e prediligere quanto fatto al Bernabeu. E' stato proprio il Real Madrid a fargli assaggiare il calcio che conta, quello del Vecchio Continente. E proprio coi Blancos si è consacrato tra i più grandi: 2 Liga e una Supercoppa iberica in quattro stagioni, giocate da stropicciarsi gli occhi a ripetizione. Unico cruccio, la mancata conquista di una Champions.

Carlos Alberto Martinez Tevez, 5 febbraio 1984

Quando arrivò alla Juventus, nell'estate del 2013, era già un giocatore bell'e fatto, con una serie notevole di reti, vittorie e pagine indelebili alle spalle, scritte specie grazie ai due Manchester. Ciò non cancellò la sua fame di successi, puntualmente racimolati anche a Torino: 39 marcature in due campionati (entrambi vinti), 1 Coppa Italia, una Supercoppa e la Champions a un palmo dal naso, 'scippata' nel 2015 solo dal leggendario Barcellona dei nostri tempi.

Arjen Robben, 23 gennaio 1984

Uno dei mancini più deliziosi e letali del calcio moderno, affinato col passare degli anni fino al raggiungimento di un livello estremo. Un'arma che il Bayern, ben più di Chelsea e Real Madrid, ha saputo valorizzare al meglio per garantirgli un prosieguo di carriera altrettanto vincente. Occhio ai numeri: 29 trofei alzati al cielo, tra questi una Champions, una Supercoppa europea e un Mondiale per club, tutti nel 2013. Un altro triplete che va ad arricchire pesantemente il nostro incredibile undici prescelto.

Per chi crede che il calcio, come il buon vino, magari migliorerà invecchiando, ma che quelle passate siano sempre ottime annate. Per chi è vintage inside (e anche un pizzico nerd outside). Per chi al calcetto del giovedì "sai, io sono nato nel 1982, anno di Kakà Gilardino e Adriano, anno da bomber". Per i nostalgici compulsivi e per chi si è sempre chiesto, "Ok, De Gregori, La leva calcistica della classe '68... ma tutte le altre?". Ma anche per i più giovani con la cresta, i talent scout da videogiochi sempre aggiornatissimi. #LaClassenonèAcqua, è la rubrica targata Fantagazzetta che ripercorre più di mezzo secolo di storia del calcio, proponendovi le Top 11 per anno di nascita, dal 1940 al 2000.