Intervista a Monchi, direttore sportivo della Roma, su 'La Gazzetta dello Sport'. Ve ne riportiamo uno stralcio: "I bilanci si possono fare quando finisce un progetto e il mio è ancora lungo. Se penso alla stagione scorsa è positivo, mentre questa finora non è buona. Ogni giorno sento che mi dimetto o che mi mandano via. No, l’ho già detto, resto alla Roma. Il mio obiettivo è arrivare al successo in modo graduale, ma continuo". 

SU DI FRANCESCO - "Non è stato difficile difenderlo, perché c’era fiducia al 100% nella mia idea di tenerlo. E tutti l’hanno condivisa. Quando siamo andati a Boston da Pallotta, di Eusebio abbiamo parlato 15-20 secondi. La mia fiducia in lui era grande quando l’ho preso, oggi che ci lavoro insieme è ancora più forte".

LA SORPRESA ZANIOLO - "Il merito di questa crescita è suo e dell’allenatore, che è stato bravo a crederci. L’Inter non voleva inserirlo nella trattativa per Nainggolan, Ausilio aveva alzato un muro, però volevano Radja e alla fine hanno ceduto. Zaniolo sta stupendo tutti, ma con Nicolò dobbiamo essere più tranquilli, per il suo bene. Ha solo 19 anni. La nostra idea è costruire una grande squadra, per questo dico che Zaniolo è il futuro della Roma non sarà venduto. Avrà un percorso lungo e importante in questa società".

SU PASTORE E SCHICK"Sono due discorsi diversi. Pastore è un giocatore forte, la questione è ritrovare quello di Palermo e Parigi, e credo che siamo ancora in tempo. Al progetto di lui come mezzala ci credevo.

Per Schick il problema non è il calciatore. E' la persona che a volte non trova la dimensione ideale per sviluppare quello che può fare il calciatore. Patrick in allenamento è fortissimo e lo dicono tutti, però purtroppo quelle capacità non le vediamo in modo continuo in partita. Quindi bisogna lavorare sulla persona. Potevamo mandarlo in prestito per aiutarlo, ma non c’è una formula perfetta e sicura. Credo che Patrick sia un frutto e bisogna ancora spremerlo fino alla fine e spendere tempo ed energie su di lui. Io ci credo. Ha talento, ma l’adattamento a volte è complicato".

IL MERCATO "Cerchiamo solo giocatori che alzino il livello della squadra. Non è facile, ma ci proveremo fino alla fine. Ma come qualità e quantità siamo pronti, ne sono sicuro. 

Piatek sarebbe possibile se non chiedessero 70 milioni. Per me è forte, ma lo è al Genoa. Siamo convinti che lo sarebbe, per dire, anche al Chelsea? 

Tonali è uno dei più importanti giovani del calcio italiano, ma potrei dire lo stesso di Barella. 

Malcom si è preso gioco della Roma, e a me importa dell'immagine della società.

Mancini adesso impossibile, ma in estate è diverso. Rugani impossibile, adesso e dopo. Hanno rifiutato un’offerta di 40 milioni del Chelsea. Non possiamo spendere tanto per un difensore centrale. Thiago Mendes Impossibile. 

Ziyech e Belotti mi piacciono tutti e due. Bennacer Ci piace, ma se ne parlerà a giugno.

Thiago Mendes, Dendocker e Ozyakup impossibili, esattamente come Herrera".