Puntata ricchissima di talento quella del 1952 de #LaClasseNonÈAcqua. In quest'anna a guidare gli altri ci sono l'iconico Roger Milla, il vecchio camerunense che esultava girando attorno alla bandierina, e Lele Oriali, il gregario più nobile del calcio italiano. 

Javier Urruticoechea, 17/11/1952

Abbreviato in Urruti, è considerato uno dei migliori portieri della storia del Barcellona. Basco esattamente come Aronada e Zubizarreta, i due portieri che gli hanno precluso il posto da titolare in nazionale. Agile, era un eccellente para rigori. Fu decisivo nell'85 con la respinta sul penalty di magico Gonzalez del Valladolid che diede il campionato ai blaugrana. L'anno dopo ne parò due in finale di Coppa campioni con lo Steaua, ma il suo collega Duckadam ne parò quattro e la coppa sfuggì.

Jorge Olguin,17/05/1952

Terzino dell'Argentina che trionfò ai Mondiali in casa del '78, Olguin ha collezionato ben 60 presenze con l'albiceleste. Ha all'attivo anche una Copa Libertadores vinta con l'Argentinos Juniors con tanto di rigore segnato nella sequenza finale.

Wim Rijsbergen, 18/01/1952

Unico difensore centrale di ruolo dell'Arancia Meccanica del '74, della quale era il calciatore più giovane, era un eccellente stopper. Arrivò a quella nazionale grazie ad alcuni infortuni, ma si dimostrò all'altezza del difficilissimo compito diventando un titolare indiscusso. E' inoltre considerato il difensore più forte della storia del Feyenoord con il quale ha vinto un campionato e una Coppa Uefa con gol decisivo nella finale col Tottenham.

Marinho Chagas, 8/02/1952

Un biondo coi capelli lunghi in Brasile come Marinho Chagas si nota facilmente tanto da guadagnarsi il soprannome di Bruxa, strega. Terzino sinistro dalle spiccate doti offensiva, segnò tanto con le maglia di Botafogo, Fluminense, San Paolo, Mls e Brasile. Con la maglia verdeoro partecipò da titolare ai Mondiali del '74, ma fu colpevole di non marcatura su Lato della Polonia nella finale per il terzo posto, tanto da litigare con il portiere Leao. Chagas però non è famoso solo per le sue imprese in campo. Vita mondana, casinò in Uruguay, una diva al giorno. Ma anche un rifiuto eccellente, quello rifilato alla principessa Grace Kelly in un castello a Nizza.

Gabiele Oriali, 25/11/1952

Il mediano per eccellenza del calcio italiano, a lui è dedicata la famosa canzone di Ligabue. Centrocampista dalle buone qualità, capace di andare in gol in momenti importanti, si distingueva dagli altri per la sua generosità, per la grinta e per il coraggio, era sempre il cuore pulsante della squadra. Leggenda dell'Inter degli anni '70 con cui vinse due Scudetti e due Coppe Italia, chiuse poi la carriera alla Fiorentina. Il suo più grande successo è però il Mondiale di Spagna '82 nel quale non partì titolare, ma lo diventò solo dalla terza partita, in tempo per diventare perno fondamentale di quell'Italia. 

Reiner Bonhoff, 29/03/1952

Centrocampista metodista della Germania degli anni '70, quella che vinse un Mondiale e due europei. Bonhoff era famoso per il suo calcio di destro. Lo sfruttava in particolare sui calci di punizione ed era in grado di piegare le mani ai portieri, uno dei più potenti della storia del calcio. Oltre i successi con la Germania, può contare quattro campionati vinti e una Coppa Uefa con il Borussia Monchengladbach e una Coppa delle Coppe con il Valencia.

Osvaldo Ardiles, 3/08/1952  

Cervello del centrocampo, giocatore capacissimo in entrambe le fasi, dotato di grandissima visione di gioco e di un straordinario controllo palla. Fu colonna portante dell'Argentina Campione del Mondo nel '78 indossando la maglia numero 2 (i numeri venivano assegnati in ordine alfabetico e a Spagna '82 ebbe addirittura l'1). Dopo il trionfò si trasferì al Tottenham insieme al connazionale Ricardo Villa e venne accolto come un alieno. Era giusto, Ossie era un'iniezione di tecnica nel semplicistico calcio inglese dell'epoca. Quella squadra vinse l'FA Cap nell'81 e si preparava a vincere il campionato l'anno dopo, ma scoppiò la Guerra delle Flakland tra la madre Argentina e la madre adottiva Gran Bretagna, in realtà un mezzo pretesto nazionalpopulista. Ardiles era in mezzo, perse negli scontri suo cugino e fu costretto a lasciare l'Inghilterra nell'82, ma ci torna nell'83, in tempo per vincere una Coppa Uefa con gli Spurs.

Uli Hoeness, 5/01/1952

L'attuale Presidente del Bayern Monaco è stato uno dei grandi del calcio tedesco, sia con la maglia della mannschaft, sia con quella dei bavaresi. Trequartista di talento, molto veloce, il suo inserimento fra i titolari insieme a Breitner del Bayern permise alla squadra di diventare la corazzata che vinse per tre volte consecutive la Coppa Campioni. Nella ripetizione della prima finale con l'Atletico Madrid una sua doppietta e una di Muller diedero il successo ai bavaresi. E' stato titolare anche nella Germania che vinse gli Europei del '72 e i Mondiali del '74. Si ritirò a 27 anni per problemi al ginocchio.

Allan Simonsen, 15/12/1952

Piccola ala danese dal dribbling inarrestabile. Dopo aver vinto da giovanissimo in patria, passò al Borussia Monchengladbach e lì ha scritto il suo nome nella storia del calcio. Compagno d'attacco del prolificissimo Heynckes, la sua squadra tenne testa al grande Bayern, vinse tre campionati e due Coppe Uefa e segnò in entrambe le finali contro Stella Rossa e Twente. Nel '77, anno in cui vince il Pallone d'Oro, arriva in finale di Coppa Campioni e nonostante un sinistro potentissimo, la sua squadra perde 3-1 col Liverpool. Passa poi al Barcellona dove vince in Coppa delle Coppe nell'82, ancora con gol in finale. E' l'unico calciatore ad avere segnato nelle finali delle tre maggiori competizioni europee.

Roger Milla, 20/05/1952

Leggenda del Camerun, secondo miglior marcatore dei Leoni indomabili dopo Eto'o. Attaccante dal gol facile in patria, ebbe qualche difficoltà in Francia, anche se vinse due Coppe nazionali con Monaco e Basta. Ma il meglio lo diede in nazionale, guidata nell'82 al primo Mondiale della sua storia e nell'84 e nell'88 alla vittoria di due Coppe d'Africa. Nel '90, a 38 anni disputa il suo secondo Mondiale, Italia '90, ed entra nella leggenda. Quattro reti e due assist da subentrante, quella squadra fu la prima africana ad arrivare ai quarti di finale della Coppa del Mondo. Iconica anche la sua esultanza, la danza attorno alla bandierina, la Makossa. Non contento, anche nel '94 risponde alla chiamata del Camerun e con il gol alla Russia diventò il più vecchio marcatore in un Mondiale, 42 anni, record che resterà imbattuto per molto tempo.

Oleg Blochin, 5/11/1952

Il più forte calciatore sovietico della storia e il più forte ucraino prima dell'arrivo di Shevchenko. Top gun e simbolo della Dinamo Kiev e poi della Nazionale Sovietica, della quale è primatista di presenze e gol, del Colonello Lobanovskij Atleticamente prorompente, grande tecnica e tiro che non perdona, sia di sinistro, naturale, che di destro, dopo intensi allenamenti. Oltre alle vittorie in patria, Blochin ha firmato con un gol anche i tre trionfi europei: due Coppe delle Coppe, '75 e '86, e la Supercoppa Europea del '75 contro la corazzata Bayern Monaco. Quell'anno vinse il Pallone d'Oro superando Beckenbauer e Cruijff.

Per chi crede che il calcio, come il buon vino, magari migliorerà invecchiando, ma che quelle passate siano sempre ottime annate. Per chi è vintage inside (e anche un pizzico nerd outside). Per chi al calcetto del giovedì "sai, io sono nato nel 1982, anno di Kakà Gilardino e Adriano, anno da bomber". Per i nostalgici compulsivi e per chi si è sempre chiesto, "Ok, De Gregori, La leva calcistica della classe '68...ma tutte le altre?". Ma anche per i più giovani con la cresta, i talent scout da videogiochi sempre aggiornatissimi. #LaClassenonèAcqua, è la rubrica targata Fantagazzetta che ripercorre più di mezzo secolo di storia del calcio, proponendovi le Top 11 per anno di nascita, dal 1940 al 2000.