Il viaggio de #LaClasseNonÈAcqua arriva all'anno 1948, dove nel 4-3-3 che abbiamo disegnato spicca il genio e la sregolatezza a centrocampo con il tulipano Haan e il predecessore di Francesco Totti: Antonin Panenka. Lo scudettato laziale Oddi e Anastasi tengono alta la bandiera italiana.

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Raymond Neal Clemence, 05/08/1948

Meglio noto semplicemente come Ray, è la leggenda dei pali del Liverpool, che rischia di essere scalzato solo ora dalla straordinaria qualità del brasiliano Alisson. Quasi 500 presenze con i Reds, con cui ha vinto davvero tutto (5 campionati, 1 Coppa Inglese, 1 Coppa di Lega, 5 Charity Shields, 3 Coppe Campioni, 2 Coppe UEFA e 1 Supercoppa UEFA), senza dimenticare i successi ottenuti al Tottenham, squadra nella quale si è trasferito per lasciare spazio al danzerino Grobbelaar. Nel 2005 fuori dal campo ha sconfitto anche un tumore alla prostata: ennesima battaglia vinta, per un uomo insignito dall'onorificenza maggiore: Membro dell'Impero Britannico.

Giancarlo Oddi, 23/07/1948

Profeta in patria, lui sì. Il terzino destro del Tufello che salì sul tetto d'Italia con la sua Lazio nel 1974 guidato da Tommaso Maestrelli, a Roma semplicemente il "Maestro". Nato centrocampista, si specializzò qualche metro dietro, portando sulla sponda biancoceleste del Tevere il primo storico scudetto e sfiorando la convocazione al Mondiale tedesco.

Pierre-Albert Chapuisat, 05/04/1948

Tra i più grandi meriti della sua vita personale, anche quello di aver messo al Mondo il figlio Stephane, bomber del Borussia Dortmund degli anni '90. Ma papà Pierre-Albert ha dalla sua una carriera di tutto rispetto come colonna del Losanna e della nazionale Svizzera. Libero vecchio stampo, sempre utile alla causa con la sua grinta e determinazione in campo.

László Bálint, 01/02/1948

Non c'era libero senza stopper, e in questo ruolo l'ungherese Balint è stato il top per la sua annata. Girò il centro Europa vincendo tutto in patria con il Ferencvaros e affermandosi come protagonista anche in Belgio e Francia, nelle fila del Tolosa, guidando la difesa magiara ai mondiali del '78 e '82. Vinse un argento olimpico a Monaco nel 1972.

Jorge Carrascosa, 15/08/1948

"El Lobo", il Lupo, perché non mollava mai la presa, compensando le lacune tecniche con una grande ferocia e voglia di combattere. Combattere, sì, anche fuori dal campo, dove i suoi valori da uomo di sinistra si scontravano con la dittatura di Videla. L'eventualità di ricevere la Coppa dei Mondiali del 1978 dalle mani dell'"Asesino" non era contemplabile per Jorge, così come rafforzare la propaganda politica con il Mondiale casalingo. La rinuncia a disputare quella competizione, da capitano, e con la possibilità (poi verificatasi) di vincere è da uomo di valori veri e solidi.

Arie Haan, 16/11/1948

Era l'artiglieria pesante di quella meravigliosa Olanda del "Calcio Totale" di Cruyff e compagni. Le sue bordate di destro con i palloni dell'epoca (Zoff e i tifosi italiani si ricordano bene il gol da 35 metri nella partita ai Mondiali argentini del '78: gol che significò finale, poi persa) gli valsero il soprannome di "Bombardiere". Quello che non vinse in nazionale, lo centrò con l'Ajax, portando a casa titoli su titoli, tra cui 3 Coppe dei Campioni consecutive. Passato all'Anderlecht, si specializzò nelle Coppe delle Coppe (2).

Trevor Booking, 02/10/1948

Sir Trevor è stato la colonna del West Ham United per oltre 500 partite, in cui si è ritagliato un posto speciale nel cuore dei tifosi degli Hammers. Il suo gol vittoria in FA Cup nel 1980 contro l'Arsenal è stato recentemente votato come il momento più emozionante dagli stessi tifosi.

Antonin Panenka, 02/12/1948

Alzi la mano chi di voi (non i più anziani) quel pomeriggio del 29 giugno 2000 dopo lo stupore di Pizzul nel commentare il rigore di Totti, e dopo aver giustamente festeggiato, non è stato richiamato all'attenzione dal papà/zio/nonno, il quale avrà sicuramente esclamato: "L'ho già visto fare a Panenka!". Ebbene sì, il momento magico si è dissolto in un incredibile predecessore, che l'aveva fatto nel rigore decisivo della finale degli Europei 1976 per far vincere il titolo alla sua Cecoslovacchia contro la fortissima Germania Ovest. Un gesto tecnico che si è "appropriato" della carriera di Panenka e di cui lo stesso si sente un po' prigioniero. E' lui l'inventore del "cucchiaio", fatto nel momento più difficile: personalità da vendere per uno dei migliori giocatori della storia della sua nazione.

Pietro Anastasi, 07/04/1948

Una nascita calcistica arrivata da una futura nascita vera e propria. Magari Anastasi era destinato a giocare nel calcio di primo livello, ma quella gentilezza del DS del Varese Casati, che lasciò il suo posto sull'aereo di ritorno da Catania a una donna incinta, permise allo stesso di scoprire e approfondire il talento di Anastasi. Più di 200 presenze con la Juventus e il controverso passaggio all'Inter. Una carriera da "terrone" al Nord (cori a cui rispondeva sul campo e non), impreziosita dalla vittoria dell'Europeo con la maglia azzurra.

Horacio Lopez Salgado, 15/09/1948

Attaccante minuto ma con il vizio del gol, che ha legato il suo nome e la sua carriera per più di un decennio al Cruz Azul, e partecipando con la maglia del Messico al Mondiale del 1970.

Jurgen Sparwasser, 04/06/1948

Ecco un altro giocatore, di certo anche più modesto di Panenka, ricordato e idealizzato più per un gesto che per altro. E' stato lui a siglare lo storico gol con cui la DDR, la Germania dell'Est, sconfisse la corazzata dell'Ovest durante il Mondiale del 1974. Un gol bellissimo e accolto dalla stessa Germania filo-comunista come un gesto tecnico da utilizzare per la propaganda politica. All'epoca della Berlino divisa dal muro, un gol del genere fece storia, e condizionò al carriera di Jurgen (numero di maglia e taglio alla Cruyff), che in quello stesso anno aveva vinto la Coppa delle Coppe con il Magdeburgo superando in finale il Milan.

Per chi crede che il calcio, come il buon vino, magari migliorerà invecchiando, ma che quelle passate siano sempre ottime annate. Per chi è vintage inside (e anche un pizzico nerd outside). Per chi al calcetto del giovedì "sai, io sono nato nel 1982, anno di Kakà Gilardino e Adriano, anno da bomber". Per i nostalgici compulsivi e per chi si è sempre chiesto, "Ok, De Gregori, La leva calcistica della classe '68...ma tutte le altre?". Ma anche per i più giovani con la cresta, i talent scout da videogiochi sempre aggiornatissimi.#LaClassenonèAcqua, è la rubrica targata Fantagazzetta che ripercorre più di mezzo secolo di storia del calcio, proponendovi le Top 11 per anno di nascita, dal 1940 al 2000.