La squadra composta da soli giocatori nati nel 1974 riesce a coniugare perfettamente solidità ed estro, con una difesa iper-arcigna, tanta corsa e geometria a centrocampo e, per chiudere in bellezza, potenza e fantasia al potere in attacco. Con Alessandro Del Piero come capitano, tanto per cambiare.

Ruslan Karimovi? Nigmatullin, 7 Ottobre 1974

C'è stato un tempo in cui Nigmatullin era considerato l'unico vero erede di Lev Jasin, unico portiere a vincere il Pallone D'oro e da molti considerato uno dei più grandi di sempre. Eletto miglior giocatore russo per svariati anni, ha passato la maggior parte della carriera in patria, vivendo il periodo di maggior spessore alla Lokomotiv Mosca. Passato fugacemente in Italia, prima a Verona e poi a Salerno, non è mai riuscito ad esplodere davvero, ma il talento e le potenzialità erano davvero importanti. Oggi lo potete trovare in qualche discoteca in giro per la Russia, visto che si è riciclato dignitosamente come DJ dopo la fine della sua carriera calcistica.

Robert Kova?, 6 Aprile 1974

Fratello di Niko, attuale allenatore del Bayern Monaco, dove peraltro lavora anche lui, Robert Kovac è stato uno dei difensori croati più arcigni degli ultimi trent'anni. Cresciuto calcisticamente in Germania, diventa alla fine degli anni '90 un pilastro del Bayer Leverkusen, che lascia dopo cinque anni per accasarsi al Bayern Monaco, con cui vince per due volte il Campionato e la Coppa Nazionale. I tifosi della Juventus lo ricorderanno sicuramente per le due stagioni in bianconero, di cui una in Serie B, contraddistinte però da numerosi infortuni che, di fatto, ne stroncano la carriera, terminata due anni dopo alla Dinamo Zagabria. Con 84 presenze è inoltre uno dei calciatori ad aver disputato più partite con la maglia della nazionale croata.

Sol Campbell, 18 settembre 1974

Considerato uno dei migliori difensori di tutti i tempi e uno dei più forti e completi al mondo, Sol Campbell è stato un pilastro prima del Tottenham, con il quale è cresciuto e si è affermato a livello internazionale, e poi dell'Arsenal, squadra (soprannominata "Arsenal degli invincibili") che gli ha consentito di vincere per due volte il campionato inglese. Fenomenale nel colpo di testa, devastante fisicamente, Campbell è stato a lungo anche la colonna portante della nazionale inglese, con la quale, però, non sono arrivati successi nonostante le numerosissime apparizioni. Ritiratosi dal calcio nel 2011, oggi allena nella quarta divisione inglese.

Nuno Jorge Pereira Silva Valente, 12 settembre 1974

Giocatore non dotato di particolare talento ma di grinta e determinazioni paurose, Nuno Valente è stato uno dei primi fedelissimi di Jose Mourinho, con il quale è riuscito a vincere tutto quello che c'era da vincere sia in patria, sia, soprattutto, in Europa, con la storica Champions League del 2004 come suggello finale, accompagnata anche dalla Coppa Intercontinentale. Titolarissimo anche della nazionale portoghese, ha concluso la sua carriera da professionista all'Everton, senza però riuscire a ritrovare mai lo smalto dei giorni migliori. 

Sérgio Paulo Marceneiro da Conceição, 15 novembre 1974

Ala destra dal passo instancabile e dall'ottima tecnica di base, Sergio Conceição è stato uno dei principali artefici dei successi della Lazio alla fine degli anni '90, con due Coppe Italia, una Supercoppa ed uno Scudetto messi in bacheca in un periodo storico dove era difficilissimo trionfare in Italia. Cresciuto nel Porto, dopo la fortunatissima parentesi in biancoceleste è passato per il Parma e poi per l'Inter, chiudendo poi la carriera girovagando qua e là in Europa. Titolare inamovibile anche in Nazionale, è da molti considerato come una delle prime ali moderne del ventunesimo secolo, grazie al suo notevole bagaglio tecnico ed alla capacità di sacrificio.

Zé Roberto, 6 luglio 1975

Nato come ala mancina dal dribbling fulmineo e dall'ottima capacità di calcio, con le maglie del Bayern Monaco e della Nazionale brasiliana (con cui ha collezionato ben 84 presenze) Zé Roberto ha vinto moltissimo e per molti anni, anche se è mancata la ciliegina sulla torta chiamata Champions League. Passato anche dal Real Madrid ad inizio carriera, prima del suo arrivo a Monaco si è messo in mostra al Bayer Leverkusen, con il quale ha anche raggiunto la storica finale di Champions League persa proprio contro il Real nel 2002. Durante il corso della carriera ha variato la sua posizione in campo passando dalla fascia al centro del campo, facendosi apprezzare moltissimo anche come incontrista: nato brasiliano, cresciuto "tedesco". 

Paul Aaron Scholes, 16 novembre 1974

Ritenuto uno dei centrocampisti centrali più forti della propria generazione, fenomenale sia in fase di interdizione che in quella di impostazione, Scholes è stato la pietra angolare del Machester United di Ferguson, capace di vincere qualsiasi competizione a cui abbia partecipato, più e più volte (vedasi le 11 Premier League conquistate). Unico neo gli insuccessi in Nazionale, nonostante le molte presenze. Idolatrato dai tifosi, rispettatissimo dagli avversari: il centrocampista perfetto non esiste, ma Scholes ci è andato sicuramente molto vicino.

Ariel Arnaldo Ortega, 4 marzo 1974

Fantasia pura al potere: ecco cosa è stato Ariel Ortega, uno dei giocatori più tecnici ed associativi della fine degli anni '90. Micidiale in situazioni di palla morta, i suoi dribbling hanno fatto perdere la testa ad avversari e tifosi più e più volte, ed in molti sostengono che, se solo avesse voluto, avrebbe potuto essere ancora più devastante. Passato anche in Italia per due stagioni, prima alla Samp e poi al Parma, ha vissuto le stagioni migliori in patria, al River Plate, squadra in cui è ripetutamente tornato dopo diverse stagioni all'esterno. Sette volte campione d'Argentina, argento alle Olimpiadi con la Nazionale: un gran bottino per molti, forse un po' poco per il talento immenso di cui era dotato Ortega.

Alessandro Del Piero, 9 novembre 1974

Uno dei calciatori italiani più forti di sempre, con un palmarés da spavento: Alessandro Del Piero è stato questo e molto, molto di più. Capace di far avvicinare al calcio grandi e piccini con le sue giocate, soprannominato "Pinturicchio" per l'eleganza innata con la quale si muoveva dentro e fuori dal campo. Una vita intera alla Juventus, la sua seconda pelle, e tantissime soddisfazioni anche in Nazionale, con quasi 100 presenze ed una Coppa del Mondo alzata in una delle estati più difficili della sua vita. Inutile aggiungere altro.

Sylvain Wiltord, 10 maggio 1974

In Italia in molti lo ricordano per il gol che ha rifilato, in pieno recupero, alla nostra Nazionale agli Europei del 2000: anche se non rievoca ricordi felicissimi, è innegabile che Wiltord sia stato uno dei migliori attaccanti esterni della sua generazione. Eletto anche miglior calciatore francese nel 1999, ha ricoperto un ruolo importante per le sorti di Arsenal e Lione, vincendo 5 titoli nazionali e svariate altre coppe interne. Rapido nel dribbling, bravissimo negli inserimenti ed instancabile in allungo, sarebbe, con tutta probabilità, ancora più a suo agio a giocare ai ritmi di oggi: ad ogni modo, è probabile che la sua carriera gli sia già piaciuta abbastanza.

José Marcelo Salas Melinao, 24 dicembre 1974

Prima di Cavani, c'è stato un altro "Matador" che ha fatto impazzire le difese italiane: consacratosi con la maglia della Lazio alla fine degli anni '90, Salas era un attaccante dal baricentro basso e dall'elevata tecnica di base, che, abbinata ad una notevole cattiveria sotto porta, ne faceva un avversario davvero ostico per molti difensori. Dopo 3 scudetti in 5 anni (1 con la Lazio, 2 con la Juventus, seppur giocando poco per una lunghissima serie di infortuni), Salas lasciò l'Italia per fare ritorno in Sud America, prima al River e poi all'Universidad de Chile, le due squadre in cui aveva militato prima di arrivare nel Bel Paese. Secondo miglior marcatore nella storia della Nazionale cilena, i quasi 200 gol ed i numerosi trionfi fotografano bene e rapidamente la sua carriera.

Per chi crede che il calcio, come il buon vino, magari migliorerà invecchiando, ma che quelle passate siano sempre ottime annate. Per chi è vintage inside (e anche un pizzico nerd outside). Per chi al calcetto del giovedì "sai, io sono nato nel 1982, anno di Kakà Gilardino e Adriano, anno da bomber". Per i nostalgici compulsivi e per chi si è sempre chiesto, "Ok, De Gregori, La leva calcistica della classe '68...ma tutte le altre?". Ma anche per i più giovani con la cresta, i talent scout da videogiochi sempre aggiornatissimi. #LaClassenonèAcqua, è la rubrica targata Fantagazzetta che ripercorre più di mezzo secolo di storia del calcio, proponendovi le Top 11 per anno di nascita, dal 1940 al 2000.