Con la vittoria sulla Roma la Juventus conquista il platonico titolo di campione d'inverno con due giornate d'anticipo. Quello che sorprende però è la quota che i bianconeri hanno dovuto raggiungere per potersi fregiare di questa nomea. Gli uomini di Allegri hanno infatti totalizzato finora ben 49 punti sui 51 a disposizione, commettendo un passo falso solamente alla nona giornata con il pareggio interno contro il Genoa. Con questo andamento in altre stagioni il vantaggio sulla seconda sarebbe già molto più ampio, invece quest'anno va dato merito al Napoli di Ancelotti di non voler mollare neppure un centimetro pur di provare ad insidiare i sette volte campioni d'Italia.

Ma torniamo alla vittoria di ieri sera. Nel mese che, sulla carta, si doveva rivelare più delicato per la formazione piemontese viste le avversarie da affrontare (Fiorentina, Inter, Torino ed appunto Roma) i bianconeri hanno realizzato 6 reti senza subirne neppure una. Grande protagonista di questo importante filotto è indubbiamente Mario Mandzukic. Il croato è andato in gol contro Inter e Roma, mentre con il Torino si è "limitato" a conquistare il rigore decisivo trasformato poi da Cristiano Ronaldo.

Della straordinaria abnegazione del numero 17 bianconero si è già parlato moltissimo, da quando Allegri ha deciso di dirottarlo lontano dall'area per diventare uno degli elementi di equilibrio della sua formazione. Un attaccante così capace di ripiegare fin dentro la propria area per aiutare i propri compagni e, quando necessario, evitare che vengano subite reti non si vedeva da moltissimo tempo. Questa propensione altruistica andava però ad inficiare l'efficacia di Mandzukic nei sedici metri avversari, almeno fino a prima dell'inizio di questa stagione.

L'arrivo di Cristiano Ronaldo in bianconero ha ovviamente cambiato gli equilibri della squadra. Nello scacchiere tattico di Allegri il portoghese e la posizione ibrida di Paulo Dybala hanno il preciso compito di svuotare l'area avversaria dando proprio al croato la possibilità di trovare più varchi da attaccare con la sua strabordante fisicità, applicando in salsa italiana la stessa filosofia di gioco utilizzata da Zidane al Real Madrid con la coppia Ronaldo-Benzema. Non appare dunque un caso che le reti contro Inter e Roma abbiano seguito praticamente un copione identico: cross sulla fascia e Mandzukic che cerca lo spazio in area per andare ad attaccare il secondo palo, sfruttando il mismatch fisico con l'esterno difensivo di turno (Ricardo Rodriguez, Asamoah e Santon giusto per fare tre nomi), colpo di testa da pochi passi e palla in fondo al sacco.

Oltre a questo il peso specifico delle reti realizzate dal croato sta crescendo partita dopo partita. Nelle sette occasioni in cui Mandzukic è andato a segno, cinque sono state contro le squadre più blasonate del nostro campionato: Lazio, Napoli (doppietta), Milan, Inter e Roma, mentre le altre due reti sono state siglate contro Parma e SPAL.

Fino a questo momento dunque il vero fattore che sta spostando gli equilibri in favore dei bianconeri è la ritrovata vena realizzativa di Mandzukic, ancor più che la classe di Ronaldo o la finta anarchia tattica di Dybala.