Al suo primo anno Carlo Ancelotti pare abbia sintonizzato il suo Napoli sulle frequenze della scorsa stagione, con la differenza di avergli dato un rendimento superiore in Europa. Dopo sedici giornate, la differenza in campionato tra il miglior percorso di Sarri e la prima stagione del Napoli targato Ancelotti è di un punto soltanto. Un meno uno che val bene il glorioso e sfortunato cammino che il Ciuccio ha tracciato in una Champions League che lo ha visto protagonista di un girone ad altissima difficoltà, condotto giocando alla pari (in certi frangenti anche dimostrandosi superiore) a Paris Saint Germain e a Liverpool, ma uscendo dalla competizione a causa della differenza reti e di una rara combinazione di risultati. Addirittura con una sola sconfitta (rispetto alle tre del Liverpool). Un altro “record” dell’assurdo per il Napoli che con la massima competizione europea per club vanta non pochi crediti con la fortuna.

Le frazioni decisive

Tuttavia, il lavoro del tecnico emiliano non ha tardato a rimodellare un Napoli che ha subito le giuste modifiche senza soffrire stravolgimenti traumatici, senza rimuovere gli aspetti positivi delle gestioni precedenti e vivendo la sua metamorfosi poco alla volta, con rari scivoloni (probabilmente fisiologici) e recuperando quella tensione alla compiutezza che nelle annate precedenti aveva visto gli azzurri peccare in poche voci, ma alcune di queste comunque importanti nell’economia di una stagione. Su tutte, per esempio, la capacità di risolvere le partite nei minuti finali, spiazzando gli avversari con cambi imprevedibili e risolutivi. In campionato sono arrivate vittorie pesanti nei minuti finali con Genoa, Atalanta e Cagliari. Trasferte storicamente ostiche, ma meritatamente registrate a bottino pieno in gare caratterizzate soprattutto dalla capacità di sopportare l’aggressività degli avversari, il loro atteggiamento tattico corrosivo e la lettura della loro inevitabile stanchezza nelle frazioni finali. 

Milan, Fiorentina, Roma, Genoa, Atalanta e Cagliari hanno dato al Napoli, con 5 vittorie e un pareggio, ben 11 punti negli ultimi dieci minuti di gioco. Ma non si tratta di un andamento casuale. Piuttosto di gare che hanno risposto alla capacità del Napoli di tenere alle corde gli avversari o di trovare la frazione giusta di gara per colpirli nei loro momenti di stanca. Già durante la scorsa stagione al Napoli era capitato spesso di rimontare e di fare punti dopo aver lasciato “sfogare” la vena oppressiva degli avversari, ma in queste prime 16 giornate di campionato oltre un terzo delle gare giocate ha dimostrato la qualità tattica di un undici in grado di riunire sia il palleggio, la verticalizzazione rapida e l’imprevedibilità, oltre che di una maggiore predisposizione all’attesa dell’episodio decisivo. Non a caso, infatti, stando a un dato ancora più significativo, il Napoli ha realizzato 12 goal nell’ultimo quarto d’ora. La sesta frazione di gioco ha visto segnare agli azzurri più di un terzo del computo totale in campionato fino a questo momento.

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Il recupero di Milik e i numeri dell’attacco

Il ritorno dell’attaccante polacco, che nel primo mese del suo arrivo a Napoli aveva impressionato notevolmente e che nell’ultima parte della scorsa stagione aveva contribuito all’attacco finale alla vetta della classifica, sta rappresentando un ulteriore strumento di evoluzione per una squadra che adesso vede nella sua classifica cannonieri tre calciatori che Ancelotti sta utilizzando come punte. Le 8 reti di Milik e le 7 di Insigne e di Mertens compongono la più affidabile forza offensiva dell’organico partenopeo. A dispetto dei più diffidenti, non va sottovalutato un altro dato numerico. Milik in campionato ha giocato 882 minuti e ha segnato 8 goal (senza calci di rigore). Il polacco ha una media approssimativa di un goal ogni 110 minuti. Al momento, tra le migliori medie di tutti i campionati europei. Del resto, parliamo di un attaccante che fa parte del reparto offensivo più prolifico della serie A. 33 goal segnati (media di 2,06 goal a partita), al pari della Juventus, ma con 11 tiri in porta in più rispetto alla capolista. 

Nella classifica assist, dati Lega calcio, il Napoli è primo, a quota 21, insieme alla Sampdoria. Primo anche nella classifica dei legni colpiti (con 9 pali, ancora insieme alla Juventus). Tornando ai dati individuali, il Napoli ha due calciatori tra le prime cinque posizioni della classifica generale degli assist. Insigne e Callejon a quota 4. Segue Mertens a 3. Ha, inoltre due calciatori tra i primi tre per palle recuperate (Koulibaly e Allan).

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La “campagna acquisti” di gennaio

Il Napoli, a differenza dello scorso anno, sta invertendo un andamento che nella passata stagione aveva invece provocato non pochi problemi alla gestione dell’organico. Già molto tempo prima di Natale, Sarri aveva dovuto fare a meno di Milik prima e Ghoulam poi, due calciatori molto importanti nel suo sistema di gioco. Due gravi infortuni li avevano praticamente messi fuori da giochi per l’intera annata, eccezion fatta per le uscite di Milik nelle ultime giornate. L’impossibilità di far ruotare importanti alternative (anche se Sarri in certe zone di campo è apparso più restio al turnover) ha portato non pochi problemi a un Napoli che ha pagato certe assenze in un paio di momenti della stagione.

Quest’anno, invece, complice una maggiore duttilità tattica, un più ampio utilizzo della rosa e una frequente rotazione nella formazione il Napoli si sta avvantaggiando del recupero di calciatori che con Sarri erano di fatto esclusi da un sistema di gioco più rigido e dal recupero fisico di altri. Non soltanto il rientro di Milik, ma il ritorno di Ghoulam, che col tempo potrebbe rappresentare un elemento di grande qualità per il gioco di Ancelotti. Dopo Natale il Napoli dovrebbe recuperare definitivamente anche gli infortunati Verdi e Younes, che si aggiungerebbero non soltanto ai calciatori citati, ma pure al ritorno, già registrato nella gara casalinga col Frosinone, di Meret, il portiere sul quale la SSC Napoli ha puntato con un investimento di circa trenta milioni di euro. Ecco che l’anno nuovo porterebbe ad Ancelotti una sorta di nuova campagna acquisti per calciatori il cui valore e la cui utilità sono già stati verificati in altri frangenti.

Con l’arrivo della Coppa Italia, dei turni eliminatori di Europa League e con l’inizio del girone di ritorno del campionato, probabilmente, si potrebbe assistere a una più definita compiutezza di un Napoli che Carlo Ancelotti sta ancora formando secondo se stesso.