Calma, nel calcio ci vuole calma. Massimiliano Allegri lo recita quasi come un mantra in ogni partita disputata dalla Juventus, consapevole della clamorosa superiorità tecnica dei propri giocatori. La calma però non va applicata unicamente sul rettangolo di gioco, mentre il pallone scorre e rimbalza da area ad area, la calma è riflessione e deve essere sfruttata anche e soprattutto a bocce ferme. La calma permette di avere la lucidità giusta anche nei momenti di maggiore frenesia, come quelli dedicati al calciomercato, avere un atteggiamento apparentemente troppo flemmatico regala, a volte, la serenità di fare le scelte corrette anche quando al resto del mondo sembrano folli.

La partita del tardo pomeriggio di ieri è stata forse l'estremizzazione del concetto di calma juventina. Sul terreno di gioco gli uomini di Allegri non hanno praticamente mai premuto sull'acceleratore, anzi a volte sono apparsi quasi ascetici nelle loro giocate, tanto da correre qualche pericolo di troppo soprattutto nella seconda frazione, poi sono arrivate le reti di Chiellini e Ronaldo a chiudere definitivamente la partita. Tra i bianconeri due degli uomini che hanno maggiormente impressionato per rendimento sono stati Mattia De Sciglio e Rodrigo Bentancur, due ragazzi portati alla Juventus in affari considerati, all'epoca, decisamente folli, ma che, con calma, si è dimostrato che tanto folli non fossero.

Partiamo dal difensore, premiato ieri con un convincente 6.5 dalla redazione di Fantagazzetta. Quando si iniziò a vociferare del suo passaggio dal Milan alla Juventus, il popolo bianconero insorse cercando di far arrivare alla società il messaggio che il giocatore non era esattamente gradito, non essendo considerato un giocatore da Juventus. La società però, con calma, ha continuato a lavorare all'affare e nell'estate 2017 ha ricongiunto l'esterno milanese con il tecnico che lo aveva lanciato tra i rossoneri. A Torino De Sciglio ha trovato un gruppo forte e la fiducia di cui aveva bisogno, certamente in questa stagione non potrà ambire ad un posto da titolare inamovibile, vista la presenza nello stesso ruolo di un giocatore come Joao Cancelo, ma anche ieri il ventiseienne ha dimostrato che alla Juventus ci può stare benissimo. Il numero due bianconero non sarà mai quel giocatore dirompente capace di spaccare le partite con discese funamboliche, anzi, le sue peculiarità sono l'ordine e la pulizia tattica, elementi che in una squadra in lotta su diversi fronti possono rivelarsi importanti anche nei momenti di maggior stress. Per quanto lo riguarda l'aspetto negativo è dato indubbiamente dai molti, troppi, infortuni che lo stanno colpendo, ma il popolo bianconero, con calma, si sta ricredendo ed ora è disposto ad aspettarlo per applaudire le sue giocate.

Passiamo poi a Rodrigo Bentancur. Anche per lui partiamo dal suo arrivo a Torino: con Tevez che si era ormai imputato per tornare in Argentina, la Juventus ha cercato di fare il possibile per non rimanere, come si suol dire, con il cerino in mano. Così la società bianconera ha messo le mani su quattro potenziali craque del Boca Juniors. Anche in questo caso molti dei cosiddetti supporter bianconeri hanno storto il naso, accusando la società di lasciar partire un campione prendendo in cambio il controllo di qualche sbarbatello. Tra questi quattro c'era, appunto, Rodrigo Bentancur. Con il centrocampista uruguaiano il tecnico bianconero Massimiliano Allegri ha applicato l'ormai consueto metodo di crescita ed inserimento. Il numero 30, ha studiato, si è applicato ed ora si iniziano a gustare i primi effetti, anche grazie ad un Mondiale da protagonista con la maglia della Celeste. Dopo la prestazione ed il gol di ieri, il secondo in questo campionato, Bentancur si candida con prepotenza ad essere qualcosa in più di una semplice alternativa di lusso e se i problemi fisici di Khedira ed Emre Can dovessero perdurare ancora lui potrebbe ambire allo status di "titolare".

De Sciglio e Bentancur, due scelte di mercato inizialmente criticate che nel lungo periodo stanno dando i loro frutti. Due esempi lampanti del fatto che prima di dare dei giudizi affrettati sia bene lasciar parlare il campo, anche se a volte ci vuole molta calma.