È il caso di dirlo: finalmente. Dopo anni di tentativi, navigazione a vista, fallimenti e ricostruzioni, il mercato estivo dell'Inter si sta rivelando una piacevole sorpresa. Pur con tutte le limitazioni da affrontare, la dirigenza è riuscita a mettere a segno i colpi che servivano, zittendo un certo scetticismo che aleggiava intorno alla proprietà e addirittura scatenando le fantasie dei tifosi con la suggestione (tale è, al momento) Modric. E così il mercato nerazzurro si può descrivere con tre aggettivi calzanti, tutti accomunati dalla lettera iniziale, la I: intelligente, intrigante, inaspettato.

Le mosse nerazzurre partono da lontano, frutto di una programmazione che è stata, indubbiamente, resa possibile dalla figura dell'allenatore: Luciano Spalletti è il cardine su cui Ausilio sta costruendo la nuova Inter, una squadra non rivoluzionata ma arricchita e completata secondo i dettami del tecnico. Se nella scorsa stagione le richieste di Spalletti si erano dovute scontrare con tutti i problemi derivanti dal Fair Play Finanziario e da anni di gestioni non perfette (eufemismo), questa volta la dirigenza interista ha potuto cominciare a lavorare ben prima dell'estate, arrivando a giugno con le idee già molto chiare. Le firme di De Vrij e Asamoah e la giocata d'anticipo su Lautaro Martinez hanno aperto le danze, poi è stata la volta della zampata per Nainggolan, com'è noto un autentico pallino di Spalletti: a fine giugno si poteva già intuire che il mercato dell'Inter sarebbe stato profondamente diverso rispetto al recente passato. I nerazzurri hanno acquistato anche Politano, poi si sono fermati: luglio è stato un mese sostanzialmente silenzioso, tanto che parte dei tifosi ha cominciato nuovamente a mugugnare.

Lamentele ingenerose e probabilmente immotivate: è vero che la squadra risultava ancora incompleta, com'è altrettanto palese che le mancate riconferme di Cancelo (poi acquistato a suon di milioni dalla Juventus) e soprattutto di Rafinha hanno lasciato ferite aperte e difficilmente rimarginabili; tuttavia mai come quest'anno l'Inter è sembrata avere un progetto ben definito a indirizzare le sue mosse. E negli ultimi giorni del mese sono scoppiati nuovi fuochi d'artificio: l'arrivo di Vrsaljko, la trattativa per Vidal, il sogno Modric.

C'è chi obietta - ci sarà sempre, immancabilmente, chi non è d'accordo con le scelte societarie - che il terzino croato non sia un upgrade rispetto a Cancelo, ma al contrario un passo indietro; che Vidal sia ormai lo sbiadito ricordo del centrocampista totale visto alla Juventus qualche anno fa; che Modric sia soltanto un nome dato in pasto alla stampa per sviare l'attenzione da difficoltà incontrate nella trattativa per il cileno. Comunque la si voglia vedere, l'Inter sta dimostrando di aver ricominciato per lo meno a trattare giocatori di grande caratura, nonostante i rigidi paletti del FFP. Inutile negarlo, la spada di Damocle delle imposizioni della UEFA è sempre lì, appesa al suo crine di cavallo come nell'antica leggenda, condizione da tenere presente nel valutare ogni singola mossa attuata sul mercato, sia in entrata sia in uscita: essere riusciti ad arrivare a questo punto senza cedere nessun big rappresenta già di per sé un successo. E dovrebbe far ricredere chi ha continuato per mesi a criticare pesantemente, arrivando al limite dello sberleffo, la gestione Suning, che sta trasformando l'Inter non soltanto dal punto di vista sportivo quanto da quello gestionale: una società finalmente moderna, in estrema crescita sotto il profilo dei ricavi, competitiva a livello internazionale.

Le prime due settimane di agosto saranno l'ultimo banco di prova per Ausilio e i suoi collaboratori: occorrerà proseguire sulla strada tracciata, completare la rosa con qualche colpo mirato (un vice Icardi?) e soprattutto procedere con una, se non due cessioni: un problema atavico per l'Inter, quello del "cedere bene", ancora irrisolto e ben esemplificato nel concreto dalla posizione di Joao Mario. La partenza del portoghese costituirebbe la ciliegina sulla torta di un mercato finalmente all'altezza: si badi bene, ciò non vuole significare che l'Inter sia destinata a vincere nell'immediato, autoproclamandosi regina dell'estate, anche perché la corazzata Juventus sembra francamente imbattibile al momento. Ma è inutile girarci intorno: Spalletti avrà a disposizione una squadra competitiva, plasmata secondo il suo volere, attrezzata per dare filo da torcere a chiunque. Una base su cui costruire un futuro, nella speranza che non si pensi di gettare tutto al vento alle prime difficoltà e che i black-out come quello andato in scena per mesi nella scorsa stagione siano solo ricordi appartenenti al passato.