Fine del tiqui taca? Lo si diceva già dopo i Mondiali 2014, per la Spagna. E quando siamo già a buon punto di quelli 2018, il dato è consolidato: contro la Russia Iniesta e i suoi alfieri hanno concretizzato 1114 passaggi, per oltre il 90% a buon fine. Eppure la Russia, tutta solidità e ripartenze, è riuscita a spuntarla. Partite simili, inutile dirlo, le abbiamo viste anche tra Germania e Corea, così come tra Argentina e Francia, con la prima annientata dai letali contropiedi di Mbappé.

Quindi, il possesso palla esasperato, orizzontale, sterile, non serve più a nulla: è un dato, non solo percepibile a occhio nudo, che anche i dati confortano. L'ultimo, ad esempio, riguarda quello relativo alle 5 squadre che nella kermesse sinora hanno fatto registrare il possesso palla medio maggiore. In vetta, come sempre, c'è la selezione iberica, che è al 75%, e a seguire la Germania col 72%, l'Argentina al 66%, l'Arabia e la Svizzera col 59%. Tutte, da ieri, fuori dai giochi. Al sesto posto c'è il Brasile, l'unica sopravvissuta, col 58.6%. Analisi che, probabilmente, potrebbero cambiare l'opinione di uno stile del gioco non evolutosi, quantomeno nell'ultimo lustro, e che potrebbe essere destinato a scomparire, dopo i traguardi conquistati per via delle vette  raggiunte da Barça e Spagna.