E adesso, in Spagna, è inevitabilmente processo. Un po' a tutti.

A Lopetegui, accusato di aver detto sì al Real Madrid nel momento peggiore; a Hierro, che praticamente con pochissima esperienza s'è ritrovato a dover gestire una Nazionale così titolata all'improvviso; alla squadra, incapace di superare il muro russo. E alla Federazione, che mediante il Presidente Luis Rubiales, s'è anche autoaccusato: “Dobbiamo prenderci tutti le nostre responsabilità. E' un momento duro, uscire fa male perché siamo stati superiori alla Russia. Via Lopetegui? Non mi pento di niente. Se fai una scelta con convinzione, responsabilità e valori, devi solo stare tranquillo. Hierro? Posso solamente dirgli grazie, a lui così come ai suoi giocatori. Nelle prossime settimane valuteremo cosa è meglio per tutti”.

E difatti in Spagna è già caccia al futuro CT, quello della ricostruzione: le furie rosse che verranno saranno orfane di Iniesta, ma probabilmente anche di Reina e David Silva. 

Resterà, invece, Sergio Ramos: "Spero che il nostro ciclo non sia finito e di poter aiutare la Spagna anche ai prossimi Mondiali in Qatar”. Via, invece, Hierro, che ieri pur non avendolo dichiarato apertamente lascerà l'incarico: "Il massimo responsabile sono io. Proseguire o no, non mi interessa. Ora non conta proprio, comunque è stato un piacere allenare questi ragazzi: se c'è un nome giusto da criticare, quello è il mio". 

E per sostituire l'ex difensore nel ruolo di CT, oggi gli iberici fanno già i primi nomi. In pole position c'è Luis Enrique, già precedentemente accostato a PSG e Chelsea, e libero ormai da oltre un anno. In lizza anche Míchel, pseudonimo di José Miguel González Martín del Campo e sondato anche da Perez per i blancos; Quique Sánchez Flores, dimessosi dall'Espanyol dopo un mediocre biennio. E poi c'è Rafael Benitez, in rotta col Newcastle e già da tempo in lizza per un incarico che sogna da sempre.