Giovedì prossimo si deciderà quando e se ripartiranno i campionati. Nel frattempo circolano le prime indiscrezioni su date e orari delle partite, soprattutto per la Serie A che ripartirà, con ogni probabilità, prima degli altri campionati. Il vice presidente dell'AIC, Calcagno, ai microfoni di Centro Suono Sport commenta la possibilità di giocare in piena estate nel pomeriggio: "Ho giocato spesso alle 15 al sud quando giocavo in C e non era per niente facile. Spero che si possa ragionare su questa possibilità, ma andiamo avanti per step. Stiamo aspettando i protocolli e la riunione del 28 maggio che sarà decisiva".

LA RIPRESA - "Siamo tutti preoccupati, tutti i professionisti e non solo i calciatori. Io faccio l'avvocato e ho alcuni colleghi che ancora non sono tornati a lavoro. Agazzi per esempio ha preferito interrompere il contratto e non tornare a giocare per paura del virus. C'è una comunità scientifica che sta lavorando ai protocolli, non è una questione di essere a favore o contro la ripresa. Poi dovremo essere bravi a controllare che i protocolli vengano rispettati, ma questo è il nostro lavoro. Sembra che adesso ci sia la possibilità di ripartire, non col rischio zero ovviamente, ma con un rischio comunque minimo. Questo discorso però vale per tutti i settori, non solo per il calcio".

LA QUESTIONE STIPENDI - "Molto, visto che la FIGC con le norme emanate ieri non controllerà nessun pagamento per circa cinque mesi e mezzo. Il rischio è che non arrivino stipendi per tutto questo periodo. Dobbiamo considerare tra l'altro che il calcio non è solo la Serie A, ci sono anche la B e la C. Il Lega Pro il 70% dei calciatori prende meno di 50mila euro e anche a loro non verranno controllati gli stipendi per lo stesso periodo. Vi sembra normale? L'unico presupposto deciso è che se si tornerà in campo si farà senza essere pagati. Mi sembra assurdo".

LE FERIE AI CALCIATORI - "Le ferie vanno calcolate sul singolo e non sulla squadra. La questione è già stata risolta, comunque. Uno dei primi DPCM del governo diceva di far godere le ferie ai dipendenti, in questa categoria rientrano anche i calciatori ovviamente. Per cui le settimane di marzo in cui non si è giocato, in cui non ci sé allenati, vengono ‘risolte’ in questo modo".