Lorenzo Tonelli, difensore 30enne della Sampdoria, è stato intervistato da 'Il Secolo XIX' sull'emergenza coronavirus. Vi riportiamo uno stralcio dell'intervista: "Non sono il tipo che si lascia prendere dal panico, ovvio che la preoccupazione c’è, soprattutto per i miei figli, Matia e Sofia, però credo che si debba sempre reagire alle difficoltà e non assecondarle".

La quarantena

"Passo molto più tempo con i bimbi, la maggior parte della giornata giochiamo. In più mi sono messo a dipingere con gli acquerelli di mio figlio, ovviamente il risultato è un disastro, però ho notato che mi rilassa molto". 

La Sampdoria

"Tutti i giorni, avendo un gruppo su whatsapp, ci teniamo aggiornati sulle condizioni di tutti, sugli allenamenti fatti e da fare, persino sulla spesa. La preoccupazione c’è stata, negarla sarebbe da ipocriti, però per fortuna nessuno di noi è in situazioni preoccupanti, stiamo tutti abbastanza bene, quindi spesso cerchiamo anche di sdrammatizzare con qualche battuta o video o una vignetta che ci fa sorridere". 

La Serie A

"Non so che provvedimenti saranno presi, sento e leggo che c'è la volontà di proseguire le competizioni sospese, ma il tutto deve essere fatto nella massima sicurezza per tutti, noi calciatori ma anche i cittadini e tutti quelli che lavorano intorno al calcio. Lo dico da calciatore, ma anche da figlio e nipote di medici, che oggi in Italia si stanno tutti comportando da autentici eroi". 

Taglio degli stipendi

"Non mi piace parlare pubblicamente di soldi e ora è ancora più inopportuno. Ognuno deve fare la sua parte sperando che tutti, imprenditori e dipendenti, alla fine da questa incredibile crisi escano con meno perdite possibili. Sarà dura, lo capisco. Nel calcio come in altri sport ci sono diversi livelli, anche di retribuzione: ci sono molti atleti in Italia con stipendi simili a quelli di lavoratori comuni, non dimentichiamolo".