Aveva cominciato la sua avventura sulla panchina dell’Udinese come allenatore ad interim, poi i risultato e un grand rapporto con il gruppo lo hanno spinto a gran voce a restare alla guida dei friulani: “Non ho fatto nulla, prima dobbiamo fare i punti che servono”, dice con cautela Luca Gotti, intervistato dalla Gazzetta dello Sport.

Gotti ammette il rapporto d’oro con lo spogliatoio: “Premesso che non è una cosa che do per scontata, ammettiamo che ci sia un fondo di verità: mi sono messo a disposizione per aiutare la squadra per il bene comune, superiore a tutto. Un metodo Gotti? Siamo figli dell’ecletismo, in architettura è la corrente che definisce lo stile nato dalla mescolanza dei migliori stili. Lo applichiamo al calcio cercando di mettere insieme le cose migliori viste fare ad altri…Cosa ho imparato da vice? A stare zitto, ad ascoltare tanto, a parlare il meno possibile, a compensare certe caratteristiche del primo, a intervenire sui singoli”.

Luca Gotti (Getty Images)

Udinese: Gotti, idea 4-3-3?

Tra i passaggi più significativi dell’intervista anche la tentazione del 4-3-3: “Se mi stuzzica? Tanto. Ma è un discorso da cominciare. De Paul? Se si esprime in modo più compiuto e ha valori fisici di alto livello è da big”.

All’orizzonte il Verona: “Dei gialloblu ammiro l’adesione totale a un’idea comune”.

Gotti non guarda troppo in là e non parla dell’anno prossimo: “Non lo so, bisogna vedere le opportunità. Prima di Udine ho avuto cinque chances, una all’estero, bella. Ci sono 15 partite. La certezza è che amo troppo andare dentro il campo”.