Le premesse erano praticamente l’opposto di come poi sono andate le cose. Pareva una storia di amicizia destinata a diventare anche una bella storia di campo. Pareva un tandem di quelli che pedalano veloci e affiatati. Senza discussioni su chi sta davanti, perché le gerarchie erano ben chiare fin dal primo momento.

Pareva un’alchimia potenzialmente perfetta mixando tutti gli ingredienti: età (molto) differenti, volontà di apprendere e desiderio di trasmettere ugualmente forti, e ovviamente qualità e tecnica da mettere – insieme – al servizio della squadra. Ecco, pareva. Perché le premesse su cui poggiavano Leao e Ibrahimovic sono state sgretolate dallo scorrere del tempo. Dapprima in campo, e adesso senza campo. Nel senso che il Milan quasi certamente affronterà la prossima stagione senza Zlatan.  

Leao calcia a rete contro l'Hellas Verona (Getty Images)

Milan, Leao sempre più al centro del progetto

Doppiamente orfano: se restarlo di Ibra è un’eventualità probabilissima, rimanere senza Boban è già una certezza da qualche settimana. Lo stop all’attività agonistica, secondo la Gazzetta dello Sport,  ha semplicemente cristallizzato e anestetizzato un po’ la situazione («Medici, infermieri e personale sanitario sono i nostri eroi», ha detto ieri Pioli ai canali rossoneri), ma Zvone era lo «sponsor» più grande di Leao. 

Colui che più credeva nelle sue potenzialità e predicava calma e pazienza nei suoi confronti. Ovviamente Rafa non resterà solo davvero. Anche perché nessuno in via Aldo Rossi e a Milanello si sognerebbe di trascurare l’acquisto più caro dell’ultimo mercato estivo. Trentacinque milioni di euro che attualmente, visto il minutaggio e la resa del giocatore, sembrano eccessivi. Ma che in prospettiva non lo sono.