Francesco Acerbi ha raccontato la sua quarantena e la sua lotta al Coronavirus su Repubblica: "La cosa peggiore, per me, è questa situazione ibrida. L'incertezza procura malessere. Non sai quando passerà, quando si tornerà in campo". 

Si deve tornare a giocare: "Come spinta per la gente, come segnale di fiducia, sarebbe importante riprendere il campionato: si può giocare anche ad agosto, a porte chiuse. Il profumo dell'erba, il suono del pallone, le urla del mister. Quando potrò rivivere queste cose, che adesso mi mancano molto, sarà bellissimo perché significherà che stiamo tornando alla vita di sempre, a fare quello che amiamo, che siamo fuori dall'incubo Coronavirus".

La Lazio punta allo Scudetto, ma prima la salute

Ci vuole tempo: "Non dobbiamo avere fretta, bisogna rispettare le regole imposte dal governo. Meglio stare a casa una settimana in più che sbrigarsi a far ripartire tutto e poi ritrovarci nel tunnel per altri mesi". 

"Non vedo l'ora di tornare a giocare, come del resto i miei compagni e i tifosi. Vincere il campionato con la Lazio sarebbe fantastico, ma conta di più la salute, e io ne so qualcosa, credetemi: la priorità è uscire da questo periodo terribile".

Acerbi ha già affrontato una sfida difficile nella sua vita: "Nulla sarà diverso per me. Perché ne ho passate di cose gravi, a partire dal tumore, e anche prima avevo toccato il fondo nella mia vita almeno un paio di volte. So che significa risalire. Quindi sarò incosciente, ma il virus non mi fa paura".