Francesco Totti, ex capitano e numero 10 della Roma, ha così parlato in un'intervista a SkySport della sua quarantena in questo momento di emergenza coronavirus: "La giornata è lunga, però fortunatamente ho una famiglia che mi sostiene. Dobbiamo stare sempre dietro ai bambini, tra compiti, giochi e palestra il tempo passa velocemente. In questi venti giorni di isolamento abbiamo praticamente finito tutte le serie tv e film online. Da stasera comincia 'La Casa di Carta', saremo tutti incollati allo schermo...".

Coronavirus e la beneficenza

"Nessuno si sarebbe mai aspettato di vivere questi momenti. Abbiamo comprato quindici macchinari specifici donati allo Spallanzani e trecentomila euro. Con i campioni di Mondo abbiamo messo in piedi un'iniziativa benefica per donare ambulanze agli ospedali".

Il rapporto con Del Piero 

"Hanno sempre cercato di metterci contro, ma fortunatamente avendo due caratteri molto simili ci siamo uniti, ci siamo capiti nei momenti difficili. Noi non sentivamo questo dualismo. Io e Del Piero eravamo veramente due bambini quando abbiamo girato gli schetch delle barzellette, nessuno ci toglierà la nostra amicizia".

La Nazionale, l'infortunio e l'addio

"La sera stessa il prof. Mariani mi operò al perone. Fu un intervento molto duro, in quel momento mi passò in testa qualsiasi cosa, ero sicuro di non partecipare ai Mondiali. Invece, la sera stessa Mariani mi ha detto: 'Adesso sta a te. Con la tua forza riuscirai a ridurre i tempi della riabilitazione e far parte della rosa dell'Italia'. Mi venne a trovare in clinica mister Lippi, che mi diede la forza di uscire da quel tunnel lungo e buio. Io sapevo che per me sarebbe stato l'ultimo Mondiale, grazie a Lippi ed ai compagni sono riuscito a vincere il trofeo più importante per un professionista. Avevo pensato di lasciare la Nazionale nel 2006 già prima dell'infortunio. Ogni anno giocavo cinquanta partite, visto che avevo un problema alla schiena dovevo mettere qualcosa da parte. Se non avessi giocato con la Roma non sarei andato in Nazionale, quindi ho deciso di lasciare gli Azzurri. La Roma è stata tutto per me, la mia vita, il mio percorso più bello. Fortunatamente sono riuscito a chiudere la mia carriera in nazionale vincendo un Mondiale". 

Sulla Lazio

"Da tifoso della Roma spero si fermino il prima possibile. Sono quelle annate in cui ti dice tutto bene. Spero ci possa essere un black out il prima possibile, ma Inzaghi è tra gli allenatori più forti della Serie A, sta facendo grandi cose. Sarei stato contento se avesse allenato un'altra squadra".

De Rossi al Boca Juniors

"Io rispetto pienamente quello che ha fatto Daniele, ognuno è libero di fare le proprie scelte. Io avevo avuto delle opportunità di giocare ancora, all'estero e in Italia, ma ero dubbioso. Avrei voluto continuare, mi sentivo di poter dare ancora qualcosa, ma un anno o due di calcio giocato non mi avrebbero cambiato molto. La mia scelta di vita era quella di indossare un'unica maglia, un anno in un'altra squadra avrebbero cambiato tutto. Mi hanno cercato negli Emirati Arabi, poi la Sampdoria mi voleva a tutti i costi: Ferrero romano e romanista avrebbe fatto di tutto per portarmi a Genova".

L'amicizia con Federer

"Lui per me è il tennis. Spesso e volentieri ci sentiamo per messaggio. Abbiamo questo rapporto di lontananza, lui è in giro per il mondo e io prima giocavo. C'è stima reciproca, è un personaggio in cui mi identifico per movimento, atteggiamento e stile. È un esempio e, fortunatamente, posso dire di essere suo amico. Un giorno lo sfiderò a padel".