In Germania i numeri dei contagiati da coronavirus inizia a salire pericolosamente: sono infatti 36.508 i casi positivi, con un'impennata di quasi 5mila nelle ultime 24 ore. A differenza che negli altri paesi europei, dove la media si è dimostrata molto più alta in relazione ai contagiati, le vittime sono 198, un dato decisamente in controtendenza. 

Il perchè di una conversione più bassa rispetto al resto d'Europa ha provato a spiegarlo l'eurodeputato tedesco Peter Liese, della Cdu, membro della commissione Envi (Ambiente, Salute e Sicurezza Alimentare), di professione medico.

Queste le parole rilasciate in teleconferenza e riportate dall'adnkronos: "Direi, secondo la mia esperienza, che ci sono diversi motivi. Anzitutto, in Germania abbiamo avuto più tempo per prepararci, e il sistema sanitario è piuttosto buono". Il secondo motivo è "che molte delle infezioni in Germania vengono da persone che sono andate a sciare nell'Italia del Nord, nel Sud Tirolo o nel Tirolo austriaco. Ci sono stati dei focolai nelle stazioni sciistiche: sono andati a sciare, sono tornati, si sono ammalati, sono stati trovati positivi e magari erano gruppi di amici...quando vai a sciare, per definizione non hai più di ottant'anni e non sei seriamente ammalato, cioè non sei sottoposto a cure oncologiche, cardiologiche o per patologie polmonari".

IN EUROPA C'E' UNDER REPORTING -  "Poi, naturalmente questa cosa potrebbe cambiare: abbiamo ora dei casi anche nella popolazione anziana, in ospedali eccetera, il che vuol dire che potremmo vedere altri decessi. Ma la principale ragione, secondo me, è che c'è un serio 'underreporting' nella maggioranza dei Paesi europei, anche in Germania". "Questo under-reporting è di gran lunga maggiore in Italia, in Francia, in Spagna e nel Regno Unito. Se l'Italia ha ufficialmente, secondo l'Ecdc, 63.927 casi: direi che si può prendere questo dato e moltiplicarlo non per dieci, ma per venti. Quindi in Italia forse ci sono seicentomila persone già infettate".