Francesco Acerbi, difensore della Lazio, ha rilasciato una bella intervista a L'Ultimo Uomo. Queste le sue dichiarazioni.

Lazio, parla Francesco Acerbi

"Io giocavo per mio padre. Ci teneva molto, forse troppo. Sicuramente più di me. Forse a volte puntava talmente tanto su di me che volendo farmi bene arrivava a farmi male. A farmi perdere la passione. Fatto sta che una volta che lui non c’è più stato io non avevo nessuno per cui giocare. Di certo non per me".

Sul non essere professionista

"Non avevo la testa da professionista. Non avevo rispetto per me, non avevo rispetto per il mio lavoro, non avevo rispetto per chi mi pagava. Spesso arrivavo al campo alticcio, senza aver recuperato dai superalcolici della sera prima. Mi andava bene perché fisicamente sono sempre stato forte. Mi bastava dormire qualche ora e poi in campo rendevo comunque. Le serate non sono sbagliate a prescindere, il problema è che allora io esageravo. Non avevo paura della grande squadra non perché fossi coraggioso ma perché non me ne fregava niente. Volevo solo divertirmi e giocare. Braida mi aveva detto che sapevano del mio stile di vita e per questo mi avevano trovato casa a Gallarate e non a Milano. Ma io uscivo lo stesso".

La svolta è stata la malattia

"Il cancro è stato la mia fortuna. Ringrazio il Signore per averlo avuto. Ho scoperto di essere ammalato a luglio del 2013, appena arrivato a Sassuolo. A un anno dalla malattia mi è successa una cosa. Sono andato a dormire una sera come niente fosse, la mattina mi sono svegliato assalito dal terrore. Avevo paura della mia ombra. Pensavo alle preoccupazioni date ai miei, alle occasioni che avevo buttato all’aria, agli anni sprecati, alle serate di eccessi. Tutto assieme, tutto all’improvviso.

Dovevo andare da un analista per superare le paure. Così ho iniziato un percorso che mi ha portato a migliorare come uomo. Limando gli aspetti del mio carattere che potevano farmi naufragare, sbloccando certi miei limiti. 

Adesso voglio tutto. Senza la malattia sarei finito a fare una carriera in Serie B, o magari avrei smesso. Per fortuna lassù qualcuno mi ha voluto bene e mi ha mandato la malattia. Senza sarei finito malissimo".

Lazio e Fantacalcio, Acerbi è sempre una garanzia

Con gli anni Acerbi è diventato una vera e propria garanzia, per la Lazio ma anche per il Fantacalcio. Una media voto sempre alta, una titolarità indiscussa e anche qualche bonus stanno accompagnando ormai da anni tutti i fantallenatori che all'asta spendono qualcosa in più per l'ex Sassuolo.

Anche in questa stagione i numeri sono ottimi: 24 partite giocate, 2 gol e 2 assist, appena 4 ammonizioni, una media voto del 6,44 ed una fantamedia pari a 6,69.


Acerbi contro Callejon (Getty Images)