L'Inter senza Nainggolan è un grande punto interrogativo. E non solo per i fantallenatori che sperano nel suo rientro già per la gara contro il Genoa, ma soprattutto per l'Inter stessa perché non verrà a mancare solo il top player della campagna acquisti nerazzurra, ma un leader emotivo e tecnico di questa squadra. Non sarà solo un problema di uomini che andranno a prendere il buco lasciato sulla trequarti dal belga, ma proprio il modo di interpretare il ruolo dell'ex Roma che lo rende unico nel suo genere, a maggior ragione nella rosa a disposizione di Spalletti.

Questo perché molto spesso nel calcio si ragiona solo sul rendimento dei giocatori, come se quello fosse l'unica differenza fra un calciatore e l'altro, ma la realtà è che ci sono anche differenze sostanziali che evidenziano quali possano essere le necessità richieste da Spalletti per l'interpretazione di quel ruolo. Non si tratta di chi subentrerà a Nainggolan, ma come lo farà, di cosa metterà a disposizione della rosa al fine di non inficiare la buona striscia positiva di cui si sta rendendo protagonista l'Inter. Nainggolan, infatti, non sta impressionando dal punto di vista dei numeri personali, ma è imprescindibile per l'equilibrio della squadra in ambo le fasi: non si tratta di una frase fatta, ma di elaborazione alla luce di quanto sin qui visto.

Nainggolan fa il lavoro di seconda punta nell'Inter attuale, venendo ad agire molto basso per smuovere le difese avversarie, creando così spazio non solo a Icardi, ma soprattutto agli inserimenti di Vecino e degli attaccanti esterni. In fase di ripiegamento è quello che detta i ritmi del pressing portando il primo raddoppio sull'esterno insieme al laterale di parte ed è fra i primi a rinculare entro la propria metà campo una volta saltata la prima pressione nerazzurra. Nainggolan è spesso usato come valvola di sicurezza: nei momenti di crisi non è raro infatti vedere il pallone affidato al belga che con la sua postura del corpo, con la sua corsa a tagliare immediatamente fuori il marcatore si mette in posizione favorevole per o generare una ripartenza o prendere un fallo in mediana con il quale recuperare tempo prezioso e allentare la pressione. Un lavoro impagabile che certamente sarà il cardine delle richieste che Spalletti farà a chi a turno sostituirà l'ex Roma in quella che è stata la zona spesso critica della passata stagione nerazzurra.

Siccome, però, nessuno è attualmente in grado di adempiere in pieno ai compiti svolti da Nainggolan servirà un lavoro unitario da parte del gruppo stesso: servirà che l'attaccante in più svolga lo stesso lavoro di pressing e di coesione fra i reparti, mentre il mediano che affiancherà Brozovic sarà chiamato a un maggiore lavoro in fase di ripiegamento, oltre a uno sforzo maggiore per inserirsi nelle maglie avversarie. E oltre a questo ci vorrà che qualcuno salga di colpi per potersi prendere quel compito di valvola di sicurezza che troppe volte è stato il deficit principale della squadra nelle partite importanti della scorsa stagione.

Un'assenza che dunque va ben oltre il discorso relativo il "chi" ne prenderà il posto, che raggiunge il livello di "come" si riempiranno le scarpe dell'ex romanista: sta qui la chiave di volta dell'Inter per poter sopperire all'assenza del Ninja nell'attesa che il suo rientro si materializzi, il più presto possibile.