A quasi un terzo di campionato e a due terzi di stagione, dopo sedici partite ufficiali, sul Napoli di Ancelotti si potrebbe pure iniziare ad affacciarsi guardando a un rendimento che, in questo momento, lascia aperte tutte le porte. I risultati e le evoluzioni dell’organico partenopeo, a ridosso della nuova sosta, sospendono ogni valutazione con ampi margini positivi. Il secondo posto in campionato e il primo nel girone di Champions League dicono di una conferma degli anni precedenti su certi aspetti e di un miglioramento in Europa per altri.

"Considerando il tipo di calendario, una prima lettura della classifica secondo me potrebbe essere fatta alla fine del girone di andata.” 

Carlo Ancelotti

Un’attesa prudente, con un fondo di buone aspettative, per una valutazione completa. Ha ragione l’allenatore del Napoli quando tiene a considerare la valenza della classifica nel momento in cui tutte le dirette contendenti si saranno affrontate, visto e considerato che il Napoli, già alla decima di andata, ha affrontato tutta la parte sinistra della classifica che “conta” fatta eccezione dell’Inter. Due volte a Genova, due volte a Torino e una volta a Roma e a Milano sono le trasferte che nel girone di ritorno non saranno previste, perché già disputate. Ma adesso tutto questo ha ancora un valore relativo, soprattutto in un campionato dove, per adesso, la media punti per il primo posto è aumentata rispetto alla scorsa stagione, mentre quella del Napoli, sempre rispetto alla scorsa annata, è lievemente diminuita.

La squadra

In campionato il Napoli, di fatto, ha registrato una sola battuta a vuoto. La sconfitta a Genova con la Sampdoria nella terza giornata ha avuto le sembianze di una fase fisiologica di un work in progress che nelle prime due uscite (valse 6 punti con Lazio e Milan) avevano soltanto parzialmente accennato al metodo Ancelotti, attingendo ancora a quello di Sarri. A Genova, in parte anche nella ripresa col Milan, il Napoli ha iniziato il suo nuovo corso tattico e tecnico, pesando pure su una condizione atletica non ancora ottimale, che si è protratta fino alla prima partita casalinga di Champions, col Liverpool, in cui il Napoli ha iniziato a dare gamba leggera e spedita alla sua manovra per tutti i novanta minuti. Aspetto che invece non si era visto nella trasferta di Torino con la Juve, in cui la squadra azzurra aveva alternato momenti di ottimo calcio a fasi di sofferenza, soprattutto fisica.

In serie A i numeri di questo Napoli dicono di una squadra che ha trovato maggiore efficacia realizzativa nell’ultima frazione di gara. Caratteristica che negli anni precedenti era invece mancata. Il Napoli (miglior attacco del campionato insieme alla Juventus) ha realizzato 9 dei suoi 26 goal nella sesta frazione di partita, quella compresa tra il 75’ e il 90’. 17 goal sono arrivati nel secondo tempo, a dimostrazione della tendenza da parte degli uomini di Ancelotti a leggere la gara in maniera tanto dominante dal punto di vista tattico, quanto attendista sul piano nervoso. 6 dei 9 gol segnati nella prima frazione sono arrivati, invece, nel primo quarto d’ora, e quasi sempre nelle partite con squadre sulla carta sfavorite. Resta, per quanto riguarda la fase difensiva (il Napoli è la terza difesa del campionato) un dato di maggiore sofferenza nella prima parte di gara e nella prima parte di tempo. 6 reti subite nei primi venti minuti e 4 nei primi 15 della ripresa.

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I singoli

Il Napoli è l’unica squadra ad avere tre calciatori nella classifica cannonieri tra i primi 15 posti (addirittura tra i primi 6 se si considerano gli ex aequo). Insigne e Mertens a 7 reti e Milik a 4 sono i migliori realizzatori azzurri, mentre nella classifica assist (tutti e tre, e non solo, hanno mosso la casella di questa voce), con Mertens e Callejon il Napoli è tra le squadre ad avere due calciatori nella graduatoria principale, insieme a Sampdoria, Roma e Genoa.

Dal punto di vista difensivo il Napoli vanta uno score ancora più indicativo. Allan è il calciatore primo per recupero palla in una classifica che vede Koulibaly al terzo posto, con 58 palloni recuperati. Curiosità, il Napoli è la squadra al momento più “sfortunata” del campionato. Con 6 legni colpiti è quella che ha colpito più pali e traverse.

“Non voglio fondere i calciatori e né voglio trascurarne altri. Voglio che siano tutti pronti e al meglio della condizione senza che nessuno vada in affanno.” 

Carlo Ancelotti

La gestione di Ancelotti, come ormai ampiamente verificato, ha ampliato l’utilizzo dell’organico azzurro. 20 calciatori sono sopra i 100 minuti, 18 sopra i 200. Se si considerano gli infortuni di Luperto e Verdi e il non ancora utilizzo di Ghoulam, Younes e Meret per ragioni fisiche, il prospetto di questo utilizzo è destinato ad allargarsi ulteriormente. Una volta rientrati questi calciatori, la rotazione di Ancelotti potrebbe risultare ancora più efficace. Persino i portieri sono chiamati in causa con un certo equilibrio. Ospina 668 minuti e Karnezis 480, con una propensione per il primo rispetto alle gare di Champions League.

In Champions League

In Europa il Napoli attualmente è al comando di un girone che i pronostici lo davano come terza forza del raggruppamento. Quattro gare col pari a Belgrado, la vittoria casalinga col Liverpool e il prezioso doppio pareggio col Paris Saint Germain.

“Non siamo più la terza ruota del carro” 

Carlo Ancelotti prima di Napoli-Paris Saint Germain 

I partenopei nel girone C, il più equilibrato di tutta la competizione, vantano la miglior difesa, ma non il miglior attacco, a testimonianza di quanto sia importante in Europa l’equilibrio tattico, soprattutto in fase difensiva. I “soli” quattro goal realizzati, però, non devono trarre in inganno, perché i report del Napoli anche nel raggruppamento che li vede in lotta con Liverpool, Paris Saint Germain e Stella Rossa (i serbi, quarti, sono a due punti dagli azzurri) dicono di una squadra dalla manovra offensiva molto efficace. Tre legni colpiti in tre gare diverse (a Belgrado, in casa col Liverpool e a Parigi) e un numero molto alto di palle goal create rassicurano l’allenatore rispetto alla qualità della costruzione del gioco, ma ammoniscono il Napoli a dover essere necessariamente più cinico in fase realizzativa, soprattutto in un girone in cui ogni episodio può essere determinante. Resta, tuttavia, che dal punto di vista dei numeri e dell’andamento il rendimento del Napoli in Champions fa registrare una solidità ancora più evidente rispetto a quella del campionato, anche in considerazione del livello degli avversari. 

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La neutralizzazione del modulo

Uno tra i punti più interessanti di questo Napoli è la flessibilità tattica. Se si considerano sia le partite di campionato che quelle di Champions, il Napoli si è affidato, oltre che a tutto il suo organico disponibile, a cinque moduli differenti. Di fatto, i moduli principali e più adottati hanno configurato le uscite della squadra di Ancelotti. Varianti in partita assolutamente imprevedibili, a volte con tre o quattro schieramenti diversi, con cambi altrettanto difficili da preventivare. Dal 4-3-3 al 4-2-3-1, dal 4-4-2 al 3-3-4 visto nella fase finale col Liverpool al San Paolo. Soprattutto in Champions è stato possibile assistere a un Napoli in grado di interpretare la fase difensiva sia con la linea a quattro che con una compressione a tre, liberando la spinta costante di uno dei due fluidificanti, in particolare Mario Rui. Ecco che l’impiego di Maksimovic sulla corsia di destra giustifica l’utilizzo di un centrale come terzino. E i risultati sono sempre stati molto positivi. 

Considerando la duttilità della linea difensiva, l’abbassamento di Callejon sulla linea dei centrocampisti, la "libertà" tattica di Insigne e la mobilità di altri elementi, come, per esempio, Fabian Ruiz, il Napoli si muove secondo criteri che rendono secondaria la fedeltà a un qualunque tipo di modulo. La stessa fase offensiva si muove secondo diverse possibilità di gioco. I goal del Napoli sono arrivati sia dal lungo palleggio manovrato in più zone di campo che da veloci e improvvise verticalizzazioni effettuate con pochi passaggi. Economia del palleggio e possesso palla non sembrano essere in competizione, ma in perfetto equilibrio. Tra gli effetti più importanti emerge quello di non concedere agli avversari punti di riferimento. Inutile sottolineare che dopo questa sosta arriverà una fase fondamentale per la stagione del Napoli.