Nonostante un buon avvio di stagione, in casa Napoli ci sono diversi giocatori che, più o meno a turno, sono saliti sul banco degli imputati per prestazioni leggermente sottotono. Oltre ai due terzini titolari, molto probabilmente il calciatore azzurro più criticato da tifosi ed addetti ai lavori è stato Arkadiusz Milik, reo di non essere il bomber di cui questa squadra ha bisogno, soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà. Detto che nel calcio, più di molti altri sport, esiste un novero di statistiche che non possono essere calcolate in alcun modo (le cosiddette intangibles, termine molto in voga oltreoceano), un'occhiata ai numeri grezzi di Milik, paragonati a quelli dei maggiori finalizzatori del nostro campionato, può restituire un quadro più o meno chiaro della situazione e può essere utile per capire se effettivamente il centravanti del Napoli stia under-performando come molti sostengono.

Visto che si sta parlando di attaccanti, una prima voce statistica da prendere in considerazione è sicuramente quella della percentuale di finalizzazione: fra gli attaccanti delle big (Roma, Lazio, Inter, Juve, Napoli e Milan) solo Icardi stacca Milik in maniera significativa, considerato che il polacco ha realizzato 4 reti con 20 conclusioni complessive verso la porta avversaria (20% di finalizzazione) mentre il bomber nerazzurro, con lo stesso numero di conclusioni, ha marcato il cartellino per sei volte (30% di finalizzazione, ma nel computo c'è anche un rigore). Percentuali leggermente più alte per Higuain ed Immobile (26% e 24%, rispettivamente), mentre decisamente peggio fanno sia Dzeko (un orribile 5%) che Cristiano Ronaldo (12%): insomma, Milik è abbondantemente nell'elite del nostro calcio da questo punto di vista.

L'attaccante polacco è ampiamente in partita anche per quanto riguarda il dato dei minuti per gol, visto che ha bisogno mediamente di 139 minuti per andare a segno. Ancora una volta Icardi ed Immobile precedono l'azzurro, anche se di poco (111 e 116 minuti per gol, rispettivamente) mentre CR7 ed Higuain sono leggermente dietro (141 e 151 minuti); il solo Dzeko è ampiamente attardato (ben 450 minuti per realizzare una rete, ossia cinque partite!). Volendo prendere in considerazione invece il peso specifico dei gol realizzati, Milik è leggermente indietro rispetto agli altri centravanti menzionati, visto che il solo gol contro la Lazio, alla prima giornata, può essere considerato decisivo ai fini del risultato (un gol che "pesa" due punti), mentre le altre tre marcature (la doppietta al Parma ed il gol all'Empoli) sono arrivate a risultato già acquisito. Se è vero che una punta di tutto rispetto si vede nel momento del bisogno, Milik deve assolutamente fare di meglio da questo punto di vista. 

C'è inoltre un altro dato statistico in cui Milik non eccelle: la conversione degli Expected Goals. Gli Expected Goals, in sintesi, forniscono un dato che rappresenta il numero di gol che un attaccante dovrebbe aver realizzato, in media, in base al fattore di conversione di ogni singola conclusione effettuata (c'è un coefficiente di difficoltà che dipende da posizione del tiro, marcatura, distanza dalla porta ecc.). I grandi attaccanti dei cinque maggiori campionati europei hanno tutti una caratteristica in comune: riescono a segnare mediamente più di quanto dovrebbero, essendo capaci di cavare dal buco diversi gol anche in situazioni in cui la conclusione a rete non è ad alta percentuale di conversione. Ebbene, Milik è un attaccante completamente nella media, visto che ha realizzato 4 reti su 3.9 Expected Goals (abbreviati di qui in avanti con xGs) prodotti. In poche parole, si limita a convertire in maniera costante le occasioni che gli vengono fornite senza però mai estrarre conigli dal cilindro. Cristiano Ronaldo e Dzeko sono tra i pochi attaccanti di grido ad avere un saldo negativo in questa classifica (9.74 e 5.65 xGs prodotti), ma basta osservare i numeri di Immobile (6.12 xG, 8 reti), Higuain (4.08 xGs, 5 reti) e soprattutto Icardi (3.84 xG e 6 reti) per rendersi conto che gli animali da area di rigore solitamente tendono ad over-performare rispetto alla statistica.

Una delle grosse occasioni mancatae da Milik in questo campionato: non sono tantissime (ce ne sono un altro paio del genere), ma evidentemente hanno fatto storcere il naso ai più.

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Volendo tirare delle conclusioni, comunque abbastanza suscettibili di controprova visto che ci si trova solo ad un quarto della stagione, è indubbio che Milik abbia tutte le carte in regola per poter essere considerato quantomeno un buon attaccante. Starà a lui migliorare nei fondamentali in cui ancora non eccelle per poter cercare di scalare montagne sempre più alte, sfruttando la concorrenza di Mertens e gli insegnamenti di Ancelotti come leva per migliorare sempre di più, sperando che i problemi di infortuni siano ormai solo un lontano ricordo.