È un Genoa a due facce quello visto fin qui per mano del suo tecnico, Ballardini, un Genoa capace di spazzare via il convincente Empoli di Andreazzoli e al contempo in grado di essere spazzato dal Sassuolo di De Zerbi, dopo l'illusione iniziale. Se in avanti i problemi sembrano proprio essere assenti, dietro e a centrocampo c'è da lavorare e per farlo il primo passo dovrà essere quello di trovare fiducia in se stessi, magari proprio dal match odierno. Lo stesso pensiero è quello del Bologna di Inzaghi, con interessi ovviamente differenti, ma con l'assoluta necessità di far punti dopo l'inizio di stagione troppo stentato. Sarà sfida vera, ogni errore pagato a caro prezzo: vietato sbagliare!

Ballardini non si affida al collaudato 3-4-1-2 e, anche a causa delle troppe defezioni dei suoi, cambia la disposizione offensiva, passando al 3-4-2-1. Dentro Bessa, dunque, di fianco a Pandev alle spalle di Piatek. A centrocampo c'è Mazzitelli per Lazovic con Romulo, Hiljemark e Criscito confermati. In difesa fuori Zukanovic dentro Gunter a completare il trio con Biraschi e Spolli dinanzi all'inamovibile Marchetti

Defezioni di formazione anche per Inzaghi che nella retroguardia obbligata schiera De Maio, Danilo e Gonzalez. Il 3-5-2 marchio di fabbrica vede Pulgar vertice basso con Poli e Pulgar ai lati; Mattiello-Dijks esterni. In avanti il duo formato dal giovane nigeriano Okwonkwo e Destro.

Inizia il primo tempo e ritmi subito compassati con squadre dai moduli alternati che faticano a trovare profondità. C'è molto nervosismo e a pagarne le spese è subito Destro, punito col giallo dopo 2' per un duro intervento a metà campo. Spunto di Pandev al minuto 8 e al minuto 14, ma Piatek non riesce a capitalizzare. Dalla parte opposto è Okwonkwo a rendersi pericoloso ma Marchetti e Spolli lo tengono a bada senza faticare eccessivamente. Il gioco è spezzettato e con molti errori, la prima vera occasione arriva al 40', con Hiljemark che calcia verso la porta avversaria, para Skorupski. Ancora l'ex portiere giallorosso protagonista 2 minuti più tardi, quando ferma un velenoso destro di Piatek scagliato, tuttavia, da posizione defilata. Non accade più nulla e con il punteggio di 0-0 termina la prima frazione di gioco.


Nella ripresa si riparte senza cambi e con il medesimo copione del primo tempo. Al 57' Okwonkwo si invola verso l'area avversaria, salta Hiljemark in evidente debito d'ossigeno ma si arrende dinanzi a un'ottima copertura offensiva di Biraschi. La gara stenta a decollare e le uniche note da segnalare nel match sono cartellini gialli e sostituzioni. Il match può sbloccarsi da un momento all'altro, da una parte e dall'altra e proprio al 69' la gara si sblocca: Criscito ruba palla sulla trequarti, elude la marcatura di Gonzalez e serve Piatek il quale è un cecchino nel portarsi la sfera sul destro, mettere a sedere Danilo, e battere Skorupski sul palo più lontano. Il Bologna è alle corde e tenta il tutto per tutto ma le conclusioni verso la porta avversaria si limitano a quelle nate dai calci piazzati e tutte con poco successo. Nel finale, in un recupero fiume da 8', espulso Pulgar per fallo su Romulo e ammoniti i due estremi difensori. Non accade più nulla, tra Bologna e Genoa termina 1-0, decide un lampo di Piatek.

Allo stadio Marassi di Genova il Grifone si affida ancora una volta al suo goleador. Basta una zampata di Piatek per superare un Bologna troppo timido in avanti e con evidenti lacune difensive e a centrocampo. Ballardini e Preziosi si godono il proprio ariete e un Genoa che tra le mura amiche non sbaglia un colpo. Inzaghi, già sulla graticola, avrà molto da lavorare, dirigenza permettendo.