Attaccante in ballottaggio, scivolamento in panchina, s.v. dopo averlo schierato. E' forse questo il più grande incubo del fantallenatore medio. Con due possibili aggravanti da sobbarcarsi sulle spalle: il 'fattore replay', ovvero che questa situazione si ripeta per tutta la stagione, e il rischio che la condizione di precarietà incida sul rendimento dello stesso. Abbiamo quindi selezionato alcuni dei nomi più pesanti del reparto offensivo abbastanza 'scomodi' da avere quest'anno al Fantacalcio, proprio per il motivo di cui sopra. Le soluzioni, a conti fatti, sono tre (se non avete fatto ancora l'asta): cercare in linea di massima di evitarli, valutare se conviene prenderli in coppia con il titolare designato, oppure accontentarsi di loro anche singolarmente. Se invece una rosa ce l'avete già, ecco come potreste essere messi da qui a maggio:


1) KHOUMA BABACAR - Fino a pochi giorni fa sembrava destinato a fare la riserva di Boateng, con quest'ultimo scelto da De Zerbi come falso nove ideale per il suo modo di fare calcio. Un problema ancor più grande per i fantallenatori, visto che è listato con un ruolo diverso rispetto all'ex Milan. E invece contro il Genoa abbiamo scoperto che i due possono integrarsi a meraviglia: 7.5 in pagella, gol e assist. Bene, dunque, anche da solo;

2) MUSA BARROW - L'anno scorso aveva davanti nelle gerarchie Petagna, adesso un centravanti purissimo come Zapata. Eppure la sua repentina maturazione e il fatto che Gasperini straveda per lui possono garantirgli un minutaggio abbastanza corposo. L'inattesa eliminazione dell'Atalanta dall'Europa League, tuttavia, complica parecchio i piani: meno chance di vedere il campo con continuità, per cui occhio a non strafare;

3) PATRICK CUTRONE - Il 'bello d'agosto' si è ripetuto anche stavolta, con la rete decisiva alla Roma allo scadere. Su assist del suo idolo Higuain, titolare inamovibile là davanti. Situazione un po' paradossale la sua: amato dai tifosi e dall'allenatore, ottima punta in rampa di lancio, ma destinato a fare tanta panchina. Unica àncora di salvezza, l'Europa League: a cavallo delle gare del giovedì magari il Pipita potrà riposare qualche volta per dare spazio a lui. Scommessa per cuori forti, senza dubbio da prendere insieme con l'argentino;

4) MARIO MANDZUKIC - Inizio devastante per il croato vice-campione del mondo. Gol alla Lazio, gol al Parma e, se Ronaldo non avesse commesso fallo su Sorrentino, il 2-3 al Chievo lo avrebbe firmato sempre lui. Per Allegri è pressoché insostituibile, pur di farlo giocare sta relegando regolarmente in panchina due pezzi da novanta come Dybala e Douglas Costa. Il posto sulla sinistra, che sia 4-3-3 o 4-2-3-1, sembra una sua esclusiva. Chiaramente non potrà giocarle tutte, ma la certezza è che sottovalutarlo in sede d'asta, considerandolo magari una semplice riserva di Ronaldo, sarebbe un errore madornale;

5) LAUTARO MARTINEZ - Fuoco e fiamme nel precampionato, poi si è sciolto come neve al sole. Solo apparenza? Semplice adattamento al calcio italiano? Probabilmente sì, intanto però su tre giornate (due a essere onesti, visto che a Bologna non ha potuto giocare per un lieve problema muscolare) ne ha disputata una sola, senza lasciare alcuna traccia positiva di sé. E ora cominciano a sorgere i primi dubbi: sarà la spalla o l'alternativa di Icardi? Può agire solo come seconda punta o anche da trequartista? Se sì, chi gli farebbe spazio? Insomma, un vortice caotico di incertezze da cui, se potete, vi consigliamo di uscire quanto prima;

6) DRIES MERTENS - Forse il più importante tra i nomi elencati, se non altro per cifre messe a referto negli ultimi anni. Stavolta, però, l'affidabilità atletica che sta garantendo Milik, oltre al fatto che Ancelotti predilige una punta di peso al centro del suo attacco, ne hanno parzialmente minato la fanta-appetibilità. Nessun dramma: quando non partirà titolare, 9 volte su 10 andrà lo stesso a voto (come del resto sta già accadendo), con concrete possibilità che spacchi il match e incida in termini di bonus: il Milan di Gattuso ne sa qualcosa;

7) PATRIK SCHICK - Qualcuno lo ha definito "un enorme spreco di talento". E in parte ci sentiamo di dargli ragione: un po' per la convivenza quasi impossibile con Dzeko, un po' per l'ambiente giallorosso che sta esaurendo la pazienza con lui, un po' perché non riesce a trovare una collocazione tattica alternativa (magari definitiva) a quella del centravanti e - di conseguenza - la chance di insidiare con più decisione le gerarchie relative agli esterni giallorossi. Da prendere forzatamente con Dzeko, altrimenti il rischio di ripetute imprecazioni resterà elevatissimo.