Dopo il pari in rimonta dell'Olimpico contro la Roma e lo 0-0 casalingo contro l'Empoli, il Chievo Verona di D'Anna ha l'obbligo morale di portare a casa i primi tre punti del torneo e abbandonare le ultime posizioni della classifica. L'occasione è ghiotta ma alla corte dell'Arena arriva l'Udinese di Velazquez, fin qui tra le squadre più altalenanti del torneo e alla disperata ricerca di conferme e di un colpo esterno che metterebbe subito la strada in discesa per le prossime uscite. Due squadre desiderose di trovare risultati positivi, occhi puntati su Stepinski e Teodrczyk quali terminali offensivi, con fantasisti quali Birsa, Giaccherini da una parte e Pussetto e De Paul dall'altra. Allo Stadio Bentegodi di Verona è tutto pronto, quest'oggi nulla è scontato.

D'Anna conferma modulo e indiscrezione della vigilia con il classico 4-3-2-1 che vede il quartetto composto da Cacciatore, Tomovic, Bani e Barba dinanzi a Sorrentino. A centrocampo fuori Hetemaj, dentro Obi dal 1' a far reparto con Rigoni e Radovanovic. In avanti Birsa e Giaccherini alle spalle di Stepinski. 


Velazquez sorprende tutti nel reparto offensivo e si schiera, nel 4-3-3 di giornata, con Pussetto e De Paul ai lati di Teodrczyk; partono dalla panchina Machis e Lasagna. A centrocampo vi sono Behrami, Mandragora e Fofana, mentre in difesa i centrali sono Ekong e Nuytinck, con Samir e Stryger Larsen ai lati. In porta ancora Scuffet preferito a Musso.

Dopo i convenevoli di rito, inizia il primo tempo, si parte! La prima occasione è di marca clivense con Birsa che cerca la battuta da calcio piazzato ma sfera che non si abbassa a dovere e la palla termina di poco alta sopra la traversa. Radovanovic cerca la conclusione dalla lunga distanza, ma la sfera termina a lato. La replica dell'Udinese è sterile e arriva solo al 23', con De Paul che trova magicamente Pussetto, abile a ritagliarsi lo spazio, non altrettanto a superare un attento Sorrentino. Al 39' ancora Chievo: Birsa dall'angolo trova Tomovic che approfitta dell'errata uscita di Scuffet e colpisce di testa, con la palla che termina alta sopra la traversa. Non accade più nulla e senza recupero cala il sipario su un primo tempo tutt'altro che entusiasmante. 


Nella ripresa si riparte senza cambi e sulla falsa riga della prima frazione di gioco. Girandola di cambi da una parte e dall'altre ma poche occasioni, e terminali offensivi delle due compagini poco cercati ma altrettanto poco intraprendenti. Al 71' Giaccherini trova Rossettini sugli sviluppi di un corner, Behrami lo anticipa pericolosamente ma Scuffet salva porta e risultato. Fuori Birsa, dentro Leris e proprio quest'ultimo pochi secondi dopo il subentro in campo trova splendidamente Stepinski che di testa sfiora il palo alla sinistra di Scuffet. Sul versante opposto, dopo due occasioni malamente sprecate, Teodrczyk lascia il posto a Lasagna e il giovane ex Carpi impegna subito Sorrentino, il quale è abile a chiudergli lo specchio. Il gol è nell'aria e arriva quando il cronometro segna il minuto 76. De Paul riceve palla da Mandragora, cerca un compagno ma non trova nessuno, quindi si defila e lascia partire un destro preciso a fil di palo sul quale Sorrentino non può nulla. Udinese in vantaggio e Chievo che prova la reazione ma il colpo di testa di Rigoni al minuto 87 trova un monumentale Scuffet che tiene i bianconeri ancora in vantaggio. Ci prova ancora Giaccherini ma Scuffet riscatta ancora il mediocre primo tempo e si supera salvando i suoi. Con il Chievo sbilanciato l'Udinese ne approfitta ancora e in contropiede, sull'asse De Paul-Lasagna trova il gol del 2-0 con quest'ultimo. Cala il sipario sul match, tra Chievo e Udinese è 0-2.

Pesante battuta d'arresto, tra la proprie mura amiche, per il Chievo di D'Anna, che si arrende solo nel finale ma in fin dei conti porta a casa solo tanta amarezza. Il tecnico ex capitano non è ancora traballante, ma serve un'inversione di tendenza, prima che sia troppo tardi. Se la ride, al contrario, Velazquez che rimedia alle indecisioni di formazione di inizio gara e paga da bere a Scuffet e Lasagna, ma soprattutto a Rodrigo De Paul, vero trascinatore e simbolo inequivocabile di questa futuribile ma, ad oggi, già perfetta Udinese.