Impagabile. Provate ad offrire in questo momento a qualunque napoletano una cifra qualsiasi per rinunciare alla propria euforia. La risposta sarà sempre la stessa: un grande, caloroso, sentito e goduto “no”.

 

Un “no” grande quanto le mani insicure di Rafael che per ben due volte diventano sconfinate, immense, lastricate di sogni, decise come la lama di un boia. Un “no” grande quanto quello proferito per altrettante volte dai tifosi azzurri nelle occasioni dei gol di Tevez, nati da un pasticcio e da una leggerezza della retroguardia azzurra.

 

Per Napoli e per il Napoli, però, questo è soprattutto il momento di dire “sì!”. Un’affermazione esclamativa, un punto di rottura, di discontinuità con il recente passato fatto di insoddisfazione e superficialità. Perché la squadra molto spesso negli ultimi mesi è scesa in campo con le gambe pesanti, ed il tifo troppo spesso si è perso nei suoi solipsismi pessimistici.

 

Alzare – e veder alzare – questa coppa, per l’ambiente azzurro è importante per un numero indefinibile di motivi: dallo smentire le voci di un cambio di società – da realizzarsi in Qatar, quasi come se la SuperCoppa fosse sullo sfondo – concludendo con il cancellare le sterminate pagine scritte un po’ ovunque contro il principale artefice di questo successo, Rafaél Benítez Maudes, al suo secondo trofeo in 18 mesi. Una media sicuramente da “esterofilo”, da chi “non capisce nulla del calcio italiano”. Una media da “intransigente nel modulo”. Che però dà dei risultati di una soddisfazione che non provavamo da ventiquattro anni.

 

Il Napoli batte la Juventus di Allegri soffrendo nel primo tempo, ma dominando nel secondo, mettendo a nudo tutti i difetti della pur apparentemente invincibile compagine bianconera. Gli azzurri rifilano ai propri avversari storici una cocente sconfitta, meritata sul campo, sicuramente più di quanto non lo fosse stata quella sbattuta in faccia ai ragazzi di Mazzarri nel 2012. Questa vittoria riscatta moralmente anche la finale di Pechino.

 

Ora il Napoli di Benitez si trova ad uno spartiacque della stagione. Da questo momento in poi bisognerà ricaricare le batterie per tornare a calcare i campi della Serie A con maggiore grinta e convinzione. Anche perché l’11 gennaio la Juventus tornerà a sfidare il Napoli al San Paolo. E nessuno ha intenzione di concedere ai bianconeri la benchè minima rivincita.

 

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(foto Getty Images)

 

Luigi Scarano per Canale Napoli